Quasi un editoriale

Quasi un editoriale

Dopo oltre venti anni di appassionato lavoro dedicato a questa nostra rivista online, era forse naturale quanto dovuto dedicare un mese al tema dell’incertezza. Lo facciamo sull’onda felice del concorso letterario dedicato al nostro amato collaboratore Lorenzo Vecchiato che su questi fogli elettronici ha lasciato “tracce di blues” e nelle nostre memorie molto altro ancora. Il concorso vede la sua premiazione proprio in questo mese di novembre, dunque, avventuriamoci nell’incertezza! Sono due le chiavi di lettura che potrebbero riassumere l’argomento. La prima ha una natura problematica e riguarda i dubbi e le difficoltà che ogni vita ci pone dinanzi. È l’incertezza che riguarda il futuro

Gli articoli

Giovani (in) apnee

Occhi spalancati nel cuore della notte; tachicardia; mal di stomaco e contratture. Questi sono solo alcuni sintomi con cui l’ansia si manifesta ogni giorno. Un nodo all’altezza della gola al pensiero di ciò che sarà di noi nei prossimi giorni, mesi, anni, nel nostro futuro. Si presenta nei momenti cruciali della nostra vita, quando dobbiamo intraprendere un nuovo percorso. Nel momento in cui dobbiamo scegliere se andare o meno all’università, o quale corso frequentare, per esempio. E per alcuni ancora prima per la scelta della scuola superiore. E ritorna tutte le volte in cui dobbiamo capire cosa fare da grande (o di grande, come ci

Una scelta

Condiziona la vita dell’uomo e lo fa sia aldilà della sua volontà sia attraverso la sua volontà. Nel primo caso lo costringe all’accettazione, nel secondo alla scelta. Non vorrei essere così categorico e universale, vorrei limitarmi alla mia esperienza ma, oggettivamente, in questo caso penso che la mia esperienza sia sostanzialmente simile a quella di tutti. Le certezze nella vita sono anche tante ma non sono durature, quelle sicure sono veramente poche: la morte e la convivenza con il dubbio, con l’ignoranza del nostro destino, in breve, con la certezza dell’incertezza che caratterizza la vita di ognuno. Quindi? L’accettazione di questo status è obbligatoria, la

Tra pietra e parola: la costruzione dell’incertezza

Nonostante mi sia innamorata a prima vista del paesaggio ibleo – dove il vero protagonista è il muretto a secco – ho scoperto solo grazie alla collaborazione con questo giornale che il manufatto in pietra affonda le sue origini nell’epoca romana, quando veniva chiamato opus incertum. Un nome quanto mai appropriato: basta osservare anche un breve tratto di questi muri per coglierne la singolare varietà. Ogni costruzione è diversa, persino quando è opera dello stesso artigiano. Incerta nell’estetica, ma non nella solidità – come già ricordava Vitruvio. L’architetto e scrittore romano, nel suo trattato De Architectura, scritto alla fine del I sec. a.C., dedica un capitolo alle

Quel futuro divenuto troppo incerto

Rinnegata, che suono ha per voi questa parola? Terribile, ti rende sorda, poi ti acceca e toglie finanche il respiro! “Prima di combattere la mafia devi farti un autoesame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”. Lui era Zio Paolo, io la “picciridda”, da quando mi affidai alla giustizia era il mio tutto, il mio riferimento. Mia madre mi voleva omertosa come da

Lode dell’incertezza

“Quant’è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia! /Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”. Così cantava nel 1400 Lorenzo il Magnifico giovane, bello, ricco e potente. E io, pur non essendo né giovane né bello né ricco né potente, voglio lo stesso essere lieto perché di domani non c’è certezza. Siamo circondati dalla incertezza. All’inizio del XX secolo due fisici americani, Davisson e Germer, constatavano, in un esperimento, che gli elettroni si comportavano a volte come corpuscoli materiali e a volte come onde elettromagnetiche. Gli elettroni sono corpuscoli o sono onde? Che cos’è la materia? E non parliamo della materia oscura

Il tempo incerto delle cose

Eppure, eppure un giorno imparerai a reggere il peso delle tue scelte e degli eventi che ne sono derivati, così come sono, e poi ci camminerai sopra, riponendoli nel cassetto dell’esperienza. Non tutti ricordano le scelte che hanno fatto, quasi nessuno riesce a vedere la prospettiva vera delle scelte compiute in passato, e questo perché non vi è sempre una logica per le scelte che ci impegniamo a fare, né per quelle che faremo in un futuro più lontano. Le scelte, hanno tutte il dono, o la condanna, dell’istantaneità, e tutto ciò che possiamo realmente percepire, col tempo, forse dopo moltissimo tempo, saranno solo gli

Il suono dell’incertezza

Calda giornata di ottobre, lo sfondo è il mare noi siamo le comparse, i protagonisti sono loro: ragazzi africani e bengalesi. Siamo all’hotspot di Porto Empedocle, oggi è particolarmente pieno, i ragazzi dentro sono seduti per terra, stanchi, impauriti, in attesa che qualcuno chiami il loro nome. Negli occhi l’incertezza. Fuori comincia la calca. Referenti e operatori di comunità o di qualsivoglia servizio gravitante intorno all’immigrazione si ammassano di fronte ai cancelli in attesa che ad ognuno di loro venga affidato qualche ragazzo. La scena è surreale, superficialmente potrebbe essere comparata all’apertura di un nuovo locale alla moda o al lancio sul mercato dell’ultimo smartphone,

Di rigore

E che cavolo, quanto ci voleva perché ci assegnasse ‘sto cazzo di rigore… almeno altre tre volte ci sono state situazioni per le quali ce lo poteva dare. E invece no, braccio alzato come per dire che non c’era niente, che si poteva continuare. E solo adesso, adesso che siamo già nei minuti di recupero, si è deciso a fischiare. Certo, questa volta il fallo era chiarissimo, troppo chiaro, non ci voleva mica chissà cosa a decidere per il rigore. Anche un arbitro incompetente lo avrebbe fischiato. Anche se siamo nei minuti di recupero. Anche se fischiare un rigore in questo momento della partita non

Un autunno a Lisbona

E’ impressionante il respiro dell’oceano! Impone il suo silenzio immane, dilata il senso di precarietà umana davanti alla potenza del creato, mi ricorda quel saggio di Tabucchi dentro al quale percepii una certa vicinanza tra Leopardi e Pessoa, quel ‘blu della paura’ che avvicina al mare il cielo, soprattutto qui a Lisbona, infinite lontananze, mentre le basole decorate della Rua Augusta brillano di vento e salsedine, i miei passi sono soffiati via come foglie di jacaranda i negozi non hanno ancora aperto i battenti, e i gabbiani, ‘gaivota’ li chiamano qui, volteggiano nella menzogna del sole, le loro ombre alate riescono a scivolare in dissolvenza lungo i muri

Incertezza (1925) di Joseph Conrad: dalle sfide in mare al romanzo incompiuto

Di tutti i personaggi nati dalla penna di Joseph Conrad (1857-1924), Cosmo Latham, il gentiluomo inglese protagonista del romanzo postumo Incertezza (1925), sembrerebbe un profilo a sé, non ancora sulla soglia del plot dell’avventura. È un aristocratico e non un comandante a bordo, sicché non vediamo, né sentiamo il mare muggire, lontano dal maltempo raccontato da Petrarca nelle lettere da Napoli (1343), e dall’incantesimo di Prospero ne La tempesta (1610) di Shakespeare. Il suo orizzonte non conosce le carte nautiche, ma le aspettative intorno al Grand tour in carrozza per l’Europa, con l’Italia quale prima destinazione. Nella geografia familiare, il Belpaese è più di un

Tra ordine e caos

O ci piaccia o no, la vita è imprevedibile. E questa imprevedibilità è una componente essenziale del nostro percorso, di una dualità eterna e oserei dire divina. Il professor Jordan B. Peterson, psicologo, docente e scrittore canadese, nel suo libro “12 regole per la vita” spiega proprio la differenza — e la necessità — tra ordine e caos, associando il primo a un territorio conosciuto e il secondo a ciò che è sconosciuto. Scrive: “Viviamo eternamente nell’ordine, circondati dal caos. Abitiamo territori conosciuti, circondati dall’ignoto. […] Cavalcare questa dualità fondamentale significa essere in equilibrio: avere un piede saldamente piantato nell’ordine e nella sicurezza, e l’altro nel caos,

Di deliri e dialoghi incerti

Di deliri e dialoghi incerti “Ma cosa vorresti scrivere nell’articolo per questo mese? Hai già delle idee?” “Non lo so”. “Allora sei già sul pezzo!” A scrivere dell’incertezza è facile ritrovarsi ad inciampare. Ci ho riflettuto molto, anche se forse non ancora abbastanza. Eppure, anche in zona Cesarini, ho provato a scrivere la mia su questo tema tanto sperimentato sulla mia stessa pelle. In fondo, l’incertezza è una condizione con cui noi Millenials, noi trentenni di questi giorni, ci ritroviamo a misurarci costantemente. Forse farne una questione legata alla nostra epoca è errato, perché probabilmente (avverbio legato strettamente all’incertezza, anche se in percentuale quantomeno ridotta)

La rinascenza mancata. Catania, Virlinzi e la Cyclope

Sicilia-USA. Due realtà nel destino, lontane, apparentemente antitetiche. Lui, Francesco Virlinzi, catanese di famiglia agiatissima, fondatore della casa discografica Cyclope Records, nata nel 1991 dopo aver prodotto un disco, Flor de Mal, inciso dalla band omonima. Professione: discografico, comunicatore di mondi. Le pendici del Vulcano sono ricche di una terra fertilissima che ha un colore duro, pervasivo, stimolante. Virlinzi aveva capito che, se trapiantato dagli States, il seme del rock sarebbe attecchito nella sua Catania, come i ficus che anticamente furono portati nell’Isola dall’Asia Minore. Aveva fiuto per le imprese Virlinzi, noto ai più come Checco, e la dote di farsi voler bene. La sua

L’ombra del dubbio: l’incertezza come destino nell’immaginario britannico e italiano

Da Amleto a Moravia, l’esitazione come cifra dell’uomo moderno “Una civiltà della pigrizia, della passività in un immobile dilapidarsi della vita.”— Giulio Ferroni, Introduzione a “Gli anni perduti” di Vitaliano Brancati Un ricordo di Giancarlo Giannini, una città di provincia, un libro dimenticato di Vitaliano Brancati: da quell’incontro nasce una riflessione sull’incertezza e sulla paralisi dell’azione, tema che attraversa, da Shakespeare a Moravia, tutta la modernità letteraria. Giannini e gli anni perduti Molti anni fa, mentre Giancarlo Giannini era a Ragusa per girare La stanza dello scirocco, io e il mio gruppo di amici passammo alcune serate con lui. Si parlava di cinema, di libri,

Lo stato di incertezza ai tempi della naja obbligatoria

Il mio plotone proprio non eccelleva in patriottismo. La “solennità” del momento decisivo che concludeva il periodo di addestramento reclute venne macchiata dalla voglia innata di “irriverenza” in ragazzi che avevano dovuto subire settimane di privazioni, angherie, disagi (la caserma di Trapani, priva di acqua per gran parte del tempo, venne dichiarata inagibile subito dopo il nostro C.A.R. – addestramento reclute). Avevamo marciato coi nostri abiti civili per metà dei giorni previsti distruggendo le nostre povere scarpe nel fango e bevendo la poca acqua in vecchi cartoni tetrapack scaduti da 2 anni. Avevamo affrontato i laghi di urina dei bagni con le nostre pantofole in

Il gatto di Schrödinger, la scienza e l’incertezza

Una premessa è doverosa: non spiego l’esperimento nei suoi particolari perché non ne ho la competenza. Chiunque fosse interessato all’argomento troverà su Google tutte le informazioni che desidera a tal proposito, anche rielaborate dall’intelligenza artificiale. Dato dunque per scontato che qualora non ne foste a conoscenza vi sarete sicuramente rivolti all’oracolo virtuale, posso addentrarmi nella discussione del pezzo dell’esperimento che mi interessa, quello in cui il gatto è contemporaneamente sia morto che vivo. Trattandosi di un esperimento che ricade nell’ambito della scienza fondamento, ovvero la fisica, possiamo dire certamente che lo stato di incertezza trova uno spazio importante nel dominio delle certezze. Il dubbio filosofico

Perdere il lavoro a 50 anni

Anno 2012, ottobre, venerdì della seconda settimana. Sono le 18,00. Come di solito è la fine della giornata lavorativa. Insieme al collega ci prepariamo, mettiamo in ordine le scrivanie, chiudiamo tutto chiaccherando del più e dl meno e ci mettiamo d’accordo per la solita uscita del sabato sera insieme alla sua fidanzata. Passiamo dalla stanza del capo per salutare, come di consueto. Ci saluta come sempre e poi come a ripensarci ci dice: Lunedì dobbiamo parlare! L’indomani, durante l’uscita serale serale, ci interroghiamo con il collega, su cosa dovrà dirci. Qualche rimprovero? Boh, non ci pare di aver fatto nulla di sbagliato. Sappiamo che l’azienda

Esame di maturità. Si continua a giocare con l’incertezza. 

Se qualcosa vi è di utile nell’esame “del quinto anno”, è il suo ruolo di rito d’iniziazione, esperienza tradizionale che accompagna più generazioni. Ma che succede se si cambiano troppo spesso gli elementi della liturgia? Dal 2019 i cosiddetti Esami di Stato sono stati un divertente campionario di fantasiose soluzioni. Per accantonare la vituperata tesina si è escogitata prima la surreale scelta delle buste (la 1, la 2 o la …tree?) con cui il candidato ha ricevuto uno spunto da cui cominciare un percorso che provasse a collegare le varie discipline. L’esperimento simil televisivo durò solo una stagione, a cui seguirono due anni (2020 e

A tu per tu con la malattia: quale futuro?

Non è mai facile parlare di malattia: crea disagio, insicurezza, tristezza; lo è ancora di più se la malattia riguarda se stessi. Sei mesi fa, dopo essere stata operata per un linfonodo nel cavo ascellare, ho scoperto, grazie all’esame istologico, che esso non era altro che un carcinoma mammario lobulare di tipo G3, un “parolone” medico-scientifico per dire che si trattava di un tumore aggressivo al seno. Il mondo mi è caduto addosso. Ho cominciato a vivere “sospesa” tra un esame e l’altro nella corsa contro il tempo. È lì, in quel momento sospeso, che la mia vita ha cambiato direzione senza chiedermi il permesso.

Il mito di Kairós

Viviamo in un tempo in cui tutto scorre con la rapidità di un battito d’occhi. La scienza avanza, la tecnologia promette controllo, la comunicazione abbatte ogni distanza. Eppure, dietro l’apparente potenza del progresso, si nasconde una sensazione collettiva di smarrimento: l’incertezza dell’esistenza. Non è soltanto la paura del futuro a turbare l’uomo contemporaneo, ma la consapevolezza di non poter più contare su verità stabili. Le certezze di un tempo – la fede, il lavoro, la famiglia, l’identità, il risparmio, il tempo stesso – sembrano oggi sabbia che scivola tra le dita. Tutto cambia, tutto si trasforma, e l’individuo si ritrova sospeso tra la nostalgia del

Il ragazzo di Parma e l’incertezza del ghosting

Non molto tempo fa, mi sono innamorata. Sembrava il momento giusto per farlo: il mio gatto era morto e avevo un viaggio da fare entro due mesi. Sono caduta nella sfortuna di Tinder. Quella quotidianità contemporanea che attraversa mari e continenti, la cosa di oggi. Tutto è iniziato con un suo messaggio. Minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno. Le nostre conversazioni sono diventate routine necessarie che mi obbligavano a mantenere una punteggiatura coerente. Lui non sapeva che classificavo i miei pensieri per colori. Che contavo i passi tra un’idea e l’altra. Che organizzavo tutto in un file Excel, in note vocali, in