Quando si pensa ai passi, probabilmente i più pensano alle camminate (“Facciamo quattro passi in montagna?”), al progresso o al regresso (“Stiamo facendo dei passi in avanti”, “Questo è un passo indietro”). Ma c’è anche il basket, e la sua infrazione di passi. Ne abbiamo parlato con Lia Rebecca Valerio, già capitano della Passalacqua Ragusa, e attualmente assistente allenatore della Superconveniente Virtus Ragusa.

Lia, vuoi spiegare ai lettori di Operaincerta che cos’è l’infrazione di passi?
Nella pallacanestro se un giocatore si vuole spostare da un punto all’altro del campo…

I passi dal marciapiede opposto alla saracinesca alzata a metà erano pochi. Una decina, in media. Sarà che ho sempre avuto la camminata veloce… ma una decina. Non sotto i nove, ok. Ma a dodici non ci si arrivava davvero. Un po’ come quando al liceo, in matematica, studiavi quelle operazioni con l’intervallo. In casi come questo avresti dovuto scrivere “9 ≤ x ≤ 11”. Se mi avessero detto, durante l’adolescenza, che quella formula avrebbe descritto un aspetto della mia vita non ci avrei mai creduto. E pensi che è vero quando ti dicono che la cultura non serve

Quanti passi mancano all’arrivo? È una questione di gambe, della loro lunghezza, della falcata. Ci siamo quasi, mi dicono, ma non me ne accorgo nemmeno, sono troppo concentrato a misurare il mio passo, ad aumentarne la velocità, che poi è una questione di frequenza. Ma io non frequento nessuno, cammino da solo, non preoccupandomi del percorso, penso a rimanere in piedi, a non inciampare. Ma quanti passi mancano all’arrivo? Non ne sono certo, pare che non sia distante, ma la prospettiva è un po’ distorta e mi sfuggono le proporzioni tra le cose e, per questo, dispero di arri…

Feticismo dei piedi. Recita Wikipedia: attrazione sessuale, definita anche podofilia, che sposta l’interesse verso una parte non genitale del corpo. Spesso le cause riguardano l’associazione di questa parte del corpo con concetti di eleganza, umiltà o dinamica di potere. L’interesse è focalizzato sui piedi, sia nudi che con le calzature. Un argomento che non avevo considerato prima d’ora.

In verità ho sempre guardato, nelle altre donne, le scarpe ma più per un giudizio estetico che altro. Penso infatti che una bella scarpa possa rendere interessante un abi…

Era uscito come sempre, quella mattina, per la sua solita lunghissima passeggiata solitaria.

Lo trovarono due ragazzini di una fattoria vicina, in escursione sugli sci, incuriositi da quella figura riversa sulla neve. La faccia verso il cielo, e la mano sul cuore, avvolto in un mantello nero. Il cappello rotolato un po’ più in là.

Era il giorno di Natale del 1956.

Come caduto da un sogno, e dimenticato.

Robert Walser è considerato uno dei più grandi scrittori e poeti svizzeri.

Ma è una considerazione silente, sommessa, quasi un ossequio alla sua volontà in vita: quella scelta di scomparire, l…

In una società dominata dalle macchine, dove l’umano sbiadisce nel virtuale e l’intelligenza diventa artificiale, i passi sono una forma di resistenza, quello che ci rimane della nostra nascita come homo erectus nel Paleolitico, milioni di anni fa. Quando l’ominide ha lasciato i quattro appoggi per ergersi su due gambe e guardare l’orizzonte.
Da allora ne abbiamo fatta di strada, di passi appunto. Fino a inventare macchine che sono, lo ha detto per primo il sociologo canadese Marshall McLuhan, estensioni del nostro corpo. Le automobili sono estensioni delle nostre gambe. Filano veloci …

Certo: immortale l’impronta di Neil sulla ghiaia lunare, impressa dagli scarponi della Storia alla data del 20 luglio 1969. Ma c’è una vicenda di passi mancati che merita almeno la consolazione del racconto. Già, perché alla fine degli anni ’60 l’Unione Sovietica era a un (piccolo) passo dal piantare per prima un paio di suole socialiste sul suolo grigio della Luna.
I russi avevano quasi tutto: una navicella per arrivarci e una per scenderci, calcolatori che oggi verrebbero umiliati da un tostapane smart e un manipolo di cosmonauti pronti a tutto (tranne forse a sopravvivere all’har…

È il titolo di un disco di Pino Daniele,  al quale ha collaborato il trio di Peter Erskine con Alan Pasqua al piano e Dave Carpenter al basso.  Perché lo abbia intitolato così non lo so, ma, mi piace pensare, che Pino ha semplicemente sottolineato con questa scelta, di evidenziare che il suo cammino di artista non si è mai adagiato sugli allori. Un cammino è fatto di passi e il suo, anche se interrotto troppo presto, è  stato un cammino lungo, instancabile, pieno di importanti soluzioni musicali fresche e nuove. Un cammino mosso dall’amore infinito per la musica, per la chitarra. Una curiosità e un …

Oggi ho pensato di condurvi in bici in giro per Ferrara, sui passi dello scrittore per il quale l’elegante città estense fu luogo di adozione.

Nato a Bologna da una benestante famiglia ferrarese di origine ebraica, Giorgio Bassani cresce e compie gli studi liceali a Ferrara, la città in cui è ambientata l’intera sua opera narrativa.

L’intera famiglia Bassani ha abitato in via Cisterna del Follo n.1, dentro le mura, dall’inizio degli anni Venti quando il nonno paterno, David Bassani (un commerciante di tessuti benestante), l’ha acquistata e l’ha rinnovata per viverci con moglie e fig…