Gaza, giugno 2025. Una bimba spaurita con le gote sporche di fuliggine, non più di 3, 4 anni di età, trasporta delle taniche vuote che la sovrastano, facendola muovere goffamente e rischiando di farla cadere. Una delle tante scene di orrore che osserviamo con commozione e rabbia. Ormai purtroppo assetare e affamare i civili è considerato a tutti gli effetti strumento di guerra.

Ci sono associazioni che, pur tra mille difficoltà, si stanno impegnando a portare acqua pulita a Gaza.

Chi volesse contribuire può fare una piccola offerta (causale: acqua Gaza) alle associazioni: CESVI, UN PONTE P

Il mese di agosto ha da sempre rappresentato per me il periodo più spensierato e più bello dell’anno.  In paese era passata da poco la festa patronale di Santa Margherita e il quartiere dei Cappuccini, dove viveva la mia famiglia, si preparava a vivere la festa della “Cuncizioni”, cioè della Madonna Assunta.

Con l’arrivo delle prime piogge di fine estate e del mese di settembre le mamme cominciavano a ricordare ai figli che presto sarebbe ricominciata la scuola e che bisognava riprendere il libro del “sussidiario” per ripassare la grammatica e le tabelline.

Per le donne di famiglia il me…

E allora ti vedo. Muovi i passi come si muove la pioggia: decisa e incerta. Scivoli. Ti rialzi. Ridi. E in quel ridere – conservi. Conservi tutto. Anche quello che non sai. Anche quello che hai perso, o ti sembra di aver perso.

Ho visto cieli volare contro aerei. Una volta, forse più. Forse era solo un pensiero. Ma ho capito che il cielo non combatte, conserva. Tiene dentro tutto, senza giudicare il peso. E tu fai lo stesso. Nel tuo passo c’è ogni età che sei stata: la neonata al primo respiro, l’adolescente che si annoda i sogni come braccialetti colorati. Ti guardo, e vedo una grazia che spacca …

Pieve Santo Stefano è un piccolo centro immerso tra i boschi dell’Appennino, in provincia di Arezzo, ma a poca distanza dall’Umbria e dalla Romagna. Siamo nell’alta Valtiberina, alle sorgenti del Tevere: non lontano, l’eremo francescano di La Verna. Non ci capiti per caso, devi decidere di andarci. Sembra un alieno tra i gomitoli intatti di sassi e tegole della zona: è un paese “giovane”, non per scelta, ma per sventura. Fu quasi interamente distrutto dai tedeschi in ritirata nell’estate del 1944. Solo pochissimi edifici sopravvissero e tra questi parte del Palazzo Pretorio che accoglie …

Eppure, c’era qualcosa laggiù, in quel fossato, che tratteneva a fatica il nostro chiasso bambino.

Dall’alto scorgevamo quel campanile, la forma inequivocabile d’una chiesa antica, si trattava di passare tra gli asini e poi ancora giù, sempre di nascosto, con uno strano senso di vertigine frammisto a quel disobbediente calpestio d’ogni divieto.

Quel fruscio tra sterpi eravamo noi, i rotolanti detriti pure.

La scoperta dell’ossame che affiorava da certi cumuli ricordo ci ammutolì, più della bellezza inattesa del portale affrescato.

Risalimmo e d’altronde: a chi e cosa avremmo potuto …

6 aprile 2024.

Un sabato come tanti.

Unica differenza, il prelievo presso un laboratorio analisi, dopo cinque anni che non facevo controlli.

Poi, ritornata a casa, solite faccende domestiche, preparazione del pranzo.

Tutto scorre lento.

Alle 12,30 una telefonata, un numero che non conosco.

Una voce maschile all’altro capo mi chiede: “La Signora Leggio? – Si, sono io. – Signora è il laboratorio analisi. I valori dei suoi esami sono tutti fuori norma, soprattutto la creatinina. Deve correre immediatamente ai ripari.”

Panico, apro la mail con allegate le analisi, vedo asterischi ro…

Secondo Wikipedia, “l’Archivio di Stato, in Italia, è un archivio le cui competenze consistono nella conservazione e sorveglianza del patrimonio archivistico e documentario di proprietà della Repubblica Italiana in un determinato territorio e nella sua accessibilità alla pubblica e gratuita consultazione”.
Gli Archivi di Stato sono 101 e sono presenti in quasi tutti i capoluoghi di provincia. Quello di Ragusa si trova in viale del Fante al numero 7 (sotto il palazzo della Provincia) e dal 2020 è diretto dal ragusano Vincenzo Cassì, quarant’anni, una laurea in Lettere, un …

Racconto scritto a 4 mani con Giuseppe Piccinno

Ancora un paio. Sì, ancora un paio posso farli.
Ma lo zaino va alleggerito.

Troppi ricordi.
Il giorno della laurea lo seppellisco sotto questo faggio: è stato così tanti anni fa che ormai è un sapere morto.
Giulia non conta. Però era la prima. È meno di un santino sbiadito, nel taschino dei documenti non fa volume: resta.
Non so se si considera ancora figlio mio. Era un tipo presuntuoso e pesante. Tanti ricordi li ho già fatti fuori, perché non anche questo? Dove lo avrò ficcato? Boh. Pure il nome mi sarà caduto durante qualche bivacco. Non mi viene in me…