Distruggere per ricostruire: tra Shiva, Hegel e Kafka
C’è un paradosso che ho imparato viaggiando in India: la distruzione non è necessariamente una fine, ma un passaggio; non un muro che chiude, ma una porta che apre. Questa consapevolezza l’ho acquisita non solo leggendo testi sacri o filosofici, ma osservando la mentalità e il modo di vivere delle persone. In India, l’idea che ogni fine porti con sé un inizio è presente ovunque: nei templi, nei mercati affollati, persino nei sorrisi delle persone che ti offrono un chai bollente nel caos folle di una torrida Mumbai.
Il simbolo per eccellenza di questa visione è Shiva, il dio che danza la distruzi…