
Oggi ho pensato di condurvi in bici in giro per Ferrara, sui passi dello scrittore per il quale l’elegante città estense fu luogo di adozione.
Nato a Bologna da una benestante famiglia ferrarese di origine ebraica, Giorgio Bassani cresce e compie gli studi liceali a Ferrara, la città in cui è ambientata l’intera sua opera narrativa.
L’intera famiglia Bassani ha abitato in via Cisterna del Follo n.1, dentro le mura, dall’inizio degli anni Venti quando il nonno paterno, David Bassani (un commerciante di tessuti benestante), l’ha acquistata e l’ha rinnovata per viverci con moglie e figli. Tutti i Bassani hanno lasciato Ferrara nell’autunno del 1943 a causa delle leggi razziali e della situazione politica italiana ed europea. Il quartiere medievale di Ferrara conserva le memorie di una comunità ebraica tra le più antiche d’Italia e del ghetto in cui essa venne segregata dal 1627 all’Unità d’Italia.
Nel periodo in cui la famiglia si è nascosta a Firenze, la loro casa di Ferrara fu completamente depredata e, al loro rientro, nel settembre del 1945, è stato necessario risistemarla e riarredarla per poterci tornare a vivere.
Altro luogo di cultura che caratterizza la Ferrara di Bassani è la scuola ebraica di via Vignatagliata, aperta per garantire l’educazione ai ragazzi espulsi in seguito all’introduzione delle leggi razziali, nel 1938, dove lo scrittore fu insegnante di materie letterarie.

La scuola sorgeva nel ghetto ebraico e Via Mazzini era la strada principale dell’antico ghetto, dove un tempo si concentravano i negozi degli ebrei e i vecchi edifici che hanno mantenuto la loro struttura originaria.Il quartiere ebraico è ora immerso nella tranquillità della Ferrara Medievale. In Via Vignatagliata un’iscrizione segnala la piccola scuola che accolse gli studenti ebrei dopo il 1938. Le case sono semplici e si addossano le une alle altre con un disordine garbato; l’acciottolato delle vie strette si accompagna all’immancabile cotto, tipico materiale della città. Nella via Mazzini sono state posizionate di recente 15 “pietre d’inciampo”, Stolpersteine, davanti all’ultima residenza nota dei deportati, che invitano a riflettere sulla memoria storica.

Uno dei luoghi preferiti di Giorgio Bassani in gioventù è la Biblioteca Comunale Ariostea, ospitata a palazzo Paradiso, edificio costruito nel 1391 e pensato per essere adibito a delizia estense. Dal 1933 è intitolata a Ludovico Ariosto di cui custodisce le ceneri. E da piazza Ariostea ci spostiamo verso uno dei bellissimi parchi perché altri protagonisti delle opere di Bassani sono i giardini. Il celebre romanzo “Il giardino dei Finzi-Contini”, è ambientato a Ferrara, nell’Italia dei primi anni ‘40 nel lussuoso giardino e nella villa della famiglia ebrea dei Finzi- Contini; in realtà si tratta di un luogo letterario, frutto dell’immaginazione dello scrittore che nella narrazione si è ispirato al Parco Massari, uno dei più vasti giardini pubblici entro le mura della città.

Le mura che cingono tutta Ferrara popolano l’immaginario di Giorgio Bassani, che le vive come protezione e allo stesso tempo come linea che separa la città dal mondo, percorrerle in bici è un invito silenzioso a rallentare. Dall’alto si vede Ferrara distendersi quieta, come se avesse deciso di concedersi un momento di sincerità, lontana dal tempo.
Giorgio ha, poi, sempre vissuto a Roma dove è poi morto nel 2000. Le sue spoglie, però, su sua richiesta, giacciono nel cimitero ebraico di Ferrara, un ampio giardino inondato ovunque dai prati, inserito entro le Mura e confina con quello cristiano della Certosa. La sua sepoltura, in una posizione isolata rispetto le altre, è segnalata dal monumento funebre realizzato dallo scultore Arnaldo Pomodoro e dall’architetto Piero Sartogo nel 2003.

Il 28 ottobre 2016, è stata firmata una convenzione tra la Fondazione Giorgio Bassani, nata per onorare e mantenere viva la memoria dello scrittore e il Comune di Ferrara, con cui sono state destinate alla Fondazione le tre stanze situate a piano terra di Casa Ariosto, via Ariosto 67. La Fondazione si propone di diffondere la conoscenza delle sue opere in Italia e nel mondo, nel rispetto della volontà testamentaria di Giorgio Bassani.
Oltre allo studio in cui Bassani ha composto la maggior parte delle sue opere, con la macchina da scrivere, gli oggetti di lavoro e personali. Nelle stanze è stata collocata, in nuovi scaffali ad ante di vetro, la Biblioteca di Bassani, (oltre 4000 volumi che vanno dagli anni della sua formazione con la rara collezione di libri del nonno materno) alla piena maturità (libri con firme di possesso, note autografe e dediche di autori, prime edizioni dell’opera letteraria di Bassani, dei suoi amici e degli scrittori da lui lanciati quando era redattore di Botteghe Oscure e di Feltrinelli, riviste letterarie, ecc.).
Questo itinerario vuole essere un invito a percorrere le vie ferraresi e scoprirle – o riscoprirle – attraverso lo sguardo dello scrittore Giorgio Bassani e, perché no (?), un po’ anche attraverso il mio. La bici diventa una sorta di chiave e permette di varcare soglie invisibili. Passi sul selciato del centro e senti la storia vibrare sotto le gomme; poi scivoli lungo i viali alberati, dove il profumo delle foglie ti ricorda che il presente sa essere sorprendentemente lieve. E mentre pedali, senti che Ferrara ti accompagna nel punto più autentico di te, quello che troppo spesso dimentichi, ma che sotto, sotto, stava solo aspettando un colpo di pedale per tornare a galla.