
Ti scrivo un’ultima volta adesso che non ci sei più.
Hai sempre distrutto quel che ti stava attorno.
Eri una contemporanea Re Mida, a cui però, contrariamente al re della Frigia, era stato concesso da Dioniso di rovinare ogni cosa.
Eri bella e sapevi di esserlo, elegante, con un grande fascino.
Il tuo salotto accoglieva l’ intellighenzia di quegli anni.
Eri un’affabulatrice e al pari delle sirene incantavi chi ti ascoltava!
Hai illuso chi si perdeva d’amore per te.
Come Circe trasformavi i tuoi pretendenti in docili servi, proni ai tuoi piedi.
Hai fatto soffrire tua madre sposando un uomo che era stato il prete confessore di tutta la famiglia, creando uno sconquasso difficile da superare per lei che era una donna di altri tempi.
Sei stata la pietra dello scandalo in una città piccola come la tua, scegliendo un uomo che per amore ha buttato via le vesti talari dopo quarant’anni di vita ecclesiastica.
Una scelta di vita controcorrente ma anche quella non ti ha soddisfatta a pieno.
Eri sempre alla ricerca di chissà quale felicità.
Hai rotto i ponti per anni con la tua famiglia, per poi ricostruirli e poi romperli ancora in un gioco perverso.
Hai inferto un grande dolore a tua sorella che, buona come poche, ti aveva accolta in casa nel momento terribile in cui hai cercato di distruggere te stessa.
Più lei ti veniva incontro, più tu la respingevi per poi riavvicinarti per poi litigare ancora e ancora.
Eppure sei sempre stata perdonata e giustificata.
Hai lottato per andare all’università.
Laurea in lettere a Messina.
Lontana da casa.
I tuoi alunni ti incensavano perché eri un’insegnante speciale.
Rimanevano legati a te da un profondo affetto anche quando finivano il liceo.
Ti venivano a trovare, ti portavano regali e i fiori che hai tanto amato.
Nella villa stupenda che ti eri costruita e arredata da sola.
Tu li accoglievi felice.
E poi io.
Da quando tua sorella mi ha aspettato hai progettato insieme a lei il corredino.
Hai partecipato alla scelta del nome.
Ti hanno impedito di assistere al parto solo perché non eri ancora sposata e al tempo era impensabile che potessi entrare a vedere.
Sei stata la mia madrina e mi hai amato di un amore incondizionato.
Io, bambina, stravedevo per te.
Arrivavo in casa e ti cercavo dappertutto e se non c’eri rimanevo delusa.
Accontentavi i miei desideri silenziosi, comprendendo quel che intuivi io volessi.
Ricordo nitidamente un tuo quadro che adoravo.
Ritraeva un mazzo di fiori selvatici.
Mi hai confidato che un tuo spasimante, un giovane pittore albanese, ti aveva portato quei fiori e quando tu lo avevi ringraziato ti aveva promesso che ti avrebbe regalato dei fiori che non sarebbero seccati.
E qualche giorno dopo ti aveva donato quel quadro.
Poi sono cresciuta e sono diventata una giovane donna in uno dei periodi in cui eri in rotta con mamma.
Un giorno,per caso, ti ho incontrata e ti ho invitata a far pace.
Abbiamo discusso tante volte.
Ti ho affrontato a muso duro, chiedendoti sempre “perché?”
In risposta mi scrivevi lunghe lettere colme d’amore.
Mi hai dato un dolore immenso quando avevi deciso di farla finita ed io ero con te, in ambulanza, e ti guardavo sforzandomi per non piangere.
Ho lottato contro il parere dei tuoi fratelli per non mandarti in casa di cura, ho trovato un ottimo psichiatra e ti abbiamo visto rifiorire.
E di nuovo lontananza.
Ti ho chiamata, quando sono stata licenziata, per chiederti se conoscevi qualcuno in grado di offrirmi un lavoro.
Dopo qualche giorno mi è arrivata una busta con dentro un biglietto, dove mi chiedevi di non offendermi, e un assegno.
Sei stata l’unica ad aiutarmi.
Poi sei stata male.
Eri in ospedale e nessuno mi ha avvisata.
Sei andata via senza che io lo sapessi e avessi la possibilità di venire.
Mi hai dimostrato ancora una volta il tuo bene, e nonostante avessi escluso dal testamento i tuoi fratelli e gli altri nipoti, hai destinato a me una parte della tua collezione di sterline d’oro.
Conservo gelosamente le lettere che mi hai scritto.
E questa lettera è un atto d’amore per te.
L’ultimo che posso fare.
Mi hai voluto molto bene e te ne ho voluto molto.
Con amore, tua nipote…