Sulla cima dell’Olimpo c’è una magica città, gli abitanti dell’Olimpo sono le divinità. Poi c’è una bambina che ancora dea non è, è graziosa e birichina, Pollon il suo nome è…”. Questo è l’incipit di una canzoncina che è stata la colonna sonora di un famosissimo cartone animato, trasmesso in Italia tra gli anni ’80 e ’90, dal titolo “C’era una volta Pollon”. Creato da Yoshitaka Amano, noto per il suo lavoro di character design in molte opere giapponesi, fra cui la serie di videogiochi Final Fantasy, ha avuto un grandissimo successo perché si è posto come un cartone animato a tema pedagogico-didattico, insegnando, in modo del tutto naturale e divertente, una parte della mitologia greca con i suoi caratteristici personaggi. Pollon è l’unica figlia del dio Apollo, priva di poteri divini, ed abita sull’Olimpo come una bambina viziata, ma dal cuore generoso. Lei desidera diventare una dea e, per questo, suo nonno, Zeus, stabilisce un patto con lei: diventerà una dea quando avrà riempito un magico salvadanaio con le monete che lui le donerà, ogni volta che compirà una buona azione. Eros, il dio dell’amore, bruttino e complessato, è il suo migliore amico con cui condivide tante avventure, a volte paradossali, ma sempre con la leggerezza che contraddistingue un filmato adatto ad un pubblico bambino di quegli anni. Nelle sue avventure interviene la Dea delle Dee, che le fornisce un oggetto magico, “il miracolo Bon Bon”, un fermacapelli che emana poteri soprannaturali, con il quale può risolvere i problemi altrui e tirarsi fuori dalle situazioni più complicate. Gli altri protagonisti, gli Dei dell’Olimpo greco, vengono evidenziati con i loro vizi e le loro virtù, esattamente come gli umani, e vengono coinvolti in vicende in cui, alla fine vengono messi in risalto i concetti di amicizia, coraggio e lealtà. Proprio la sua capacità di integrare gli elementi mitologici col mondo contemporaneo ne fanno un cartone animato ricco di humor e sentimenti.  Pollon è stata accusata di essere poco istruttiva verso i giovanissimi spettatori per il modo in cui porge argomenti seri o importanti in forma tanto leggera e comica. La critica può essere fondata solo se guardiamo la serie animata con l’occhio del cultore della classicità, che potrebbe infastidirsi osservando il modo riduttivo in cui vengono descritti e narrati gli dèi dell’Olimpo. Ma lo scopo di questo cartone animato era ed è quello di raggiungere un pubblico che non conosce, o poco sa, della classicità e può approcciarsi ad essa in modo divertente e senza preconcetti, così come fanno i bambini, appunto.

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