
Platone il filosofo greco. Importante. Importantissimo. Sosteneva che gli oggetti reali sono copie imperfette di idee perfette immutabili eterne che stanno nell’Iperuranio.
Lo volete sapere come gli è venuta in testa una idea così stramba? Ve lo racconto.
Dovete sapere che all’epoca si era affermata la convinzione di Pitagora e della sua scuola che aveva sede a Crotone secondo la quale tutto è numero e ogni cosa è composta da un numero intero di “monadi” così come ogni costruzione dei Lego è un multiplo del mattoncino unitario e, di conseguenza, il rapporto tra due costruzioni anche complesse è sempre un rapporto tra due numeri interi.
E però la teoria di Pitagora franò per colpa del suo teorema: in un triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti. Ora se si prende un quadrato di lato 1 e si traccia la diagonale si ottiene un triangolo rettangolo i cui cateti hanno lunghezza 1 e diagonale lunghezza radice quadrata di 2. Tale numero deve, per la teoria di Pitagora, essere pari al rapporto tra due numeri interi. Ma, all’interno della stessa scuola pitagorica, fu dimostrato che la radice quadrata di 2 NON è esprimibile come rapporto di due numeri interi. Crollò la teoria di Pitagora e della “monade” e della realtà come costruzioni di Lego. In termini matematici si dice discontinua.
Fu proibito divulgare la notizia e il trasgressore fu ucciso. Tra l’altro la radice quadrata di 2 è un numero strano, molto strano: non si riesce a determinalo esattamente. MAI. Per quanto si aggiungono cifre si trova sempre un numero più piccolo o un numero più grande e lui in mezzo. È come un asinello con in groppa una bisaccia e per quanto si riempiono di numeri le due sacche della bisaccia non si ha mai l’esatto numero che esprime la radice quadrata di 2. Roba da matti! E Platone ci restò parecchio infastidito: che idea pura mettere nell’iperuranio? Incuriosito decise di recarsi a Crotone per discutere della questione. Non ci fu verso la questione rimase incomprensibile e Platone bollò i numeri come oggetti fallaci al pari delle ombre proiettate sul fondo della famosa caverna nel mito da lui stesso inventato e poiché era anche un trombone potente, per mille anni e oltre, non si parlò di numeri e si diffuse e dilagò la geometria di Euclide costruzione ipotetica deduttiva fatta tutta di forme pure, eteree ed eterne.
Ora successe che alla partenza da Crotone gli regalarono un vassoio di biscotti al burro, quelli che hanno divere forme impresse loro con gli stampini metallici nell’impasto. E navigando e mangiando i biscotti ebbe l’idea degli oggetti reali come copie imperfette delle idee pure proprio come i biscotti copie imperfette degli stampini. Da ciò trasse la conseguenza che la conoscenza vera non può basarsi sulla realtà fatta di oggetti imperfetti ma attingendo alle idee pure, attività questa appannaggio solo dei filosofi, indicati, perciò, anche come gli unici abilitati al governo della società in quanto gli unici in grado di fare le cose giuste. Giuste per chi?
Idee tuttora in circolazione nonostante l’invenzione da parte di Galileo Galilei del metodo sperimentale basato sulla realtà per quella che è ed il senso della realtà va cercato in essa stessa e non in un ipotetico iperuranio. E nonostante la piena consapevolezza che nella società sono presenti interessi diversi e anche contrastanti e il governo giusto per alcuni è errato per altri e a discapito dei loro interessi.
Proprio in questi giorni con lo sterminio dei palestinesi e la mobilitazione di milioni di cittadini finalizzata al blocco di questa ignominia abbiamo visto in campo due interessi contrastanti: quello degli armaioli dei falsari e degli usurai che fanno soldi producendo armi, soldi falsi chiamati prodotti finanziari e indebitando tutti gli Stati e seminando morte e miseria e fame e quello di noi umani che desideriamo vivere in fraternità con una più equa distribuzione delle risorse di Madre Terra. Gli interessi di noi umani dobbiamo difenderli da noi e NON, come dice Platone, affidarli alla politica dei filosofi.
La storia del dibattito sulla radice quadrata di 2 e il viaggio di Platone a Crotone sono veri, la metafora dei biscotti e degli stampini è usata da Jostein Gaarder ne “Il mondo di Sofia” un libro di divulgazione filosofica. La storia del vassoio dei biscotti è mia invenzione. Il problema aperto dalla stranezza della radice quadrata di 2 e allora discusso è di basilare importanza e tuttora aperto: la realtà è discontinua fatta cioè di atomi monadi o mattoncini dei Lego che dir si voglia oppure è continua come la luce e le onde elettromagnetiche, come la radice quadrata di 2?