
Gaza, giugno 2025. Una bimba spaurita con le gote sporche di fuliggine, non più di 3, 4 anni di età, trasporta delle taniche vuote che la sovrastano, facendola muovere goffamente e rischiando di farla cadere. Una delle tante scene di orrore che osserviamo con commozione e rabbia. Ormai purtroppo assetare e affamare i civili è considerato a tutti gli effetti strumento di guerra.
Ci sono associazioni che, pur tra mille difficoltà, si stanno impegnando a portare acqua pulita a Gaza.
Chi volesse contribuire può fare una piccola offerta (causale: acqua Gaza) alle associazioni: CESVI, UN PONTE PER, MEDICI SENZA FRONTIERE (recapiti e IBAN li trovate facilmente su internet).
Perché quando l’acqua scarseggia o è sporca si diffondono situazioni e malattie potenzialmente letali pur nella loro apparente “banalità”: diarrea, vomito, nausea, febbre, virus e batteri di varia natura, malattie gastrointestinali, problemi immunitari, epidemie. Sia per l’atto di ingerire l’acqua non pulita sia per ciò che può avvenire a causa della prolungata carenza di igiene. Insomma un problema grossissimo che si aggiunge ai tanti di quell’area martoriata.
Ciò che accade a Gaza ci ricorda quanto importante sia questo nettare della vita. Il tema acqua è di vitale importanza per tutti noi. Anche in Italia, per ragioni molto diverse, abbiamo dovuto affrontare la carenza idrica.
Il referendum sull’acqua pubblica del 12 e 13 giugno 2011 fu una grande vittoria di partecipazione popolare. Esso sanciva che nessuno si sarebbe dovuto arricchire con l’acqua speculando su di essa. Purtroppo le aspettative di quella campagna vennero tradite e di fatto nulla è cambiato nella gestione di questo bene prezioso e sempre più in pericolo per via di cambiamenti climatici, incuria, avidità, sprechi, gestione approssimativa.
La Sicilia ha vissuto due anni (2023, 2024) di siccità assoluta che ha messo in ginocchio l’agricoltura regionale, le attività economiche e produttive e la qualità della vita di larghe fette di popolazione. In tanti si sono radunati per pregare, per fare appelli, rimostranze, manifestazioni, per esigere l’impegno delle istituzioni, alcuni si sono addirittura impegnati in riti propiziatori (tipo danze della pioggia dei nativi americani). In quest’ultimo anno, per fortuna, la piovosità è stata, per i nostri canoni, copiosa e, nella Sicilia orientale, ha avuto anche caratteristiche benefiche (senza episodi di bombe d’acqua e alluvioni che distruggono tutto e sporcano le risorse idriche piuttosto che alimentarle). Spero che anche gli anni a venire potranno essere così ma, purtroppo, non c’è da contarci. È quindi necessario impegnarsi a tutela di questo bene essenziale.

Leggo sul sito della Regione Sicilia che sono stati acquistati 3 dissalatori mobili che produrranno 96 litri di acqua potabile al secondo. E che il tutto verrà fatto con tecnologie avanzate che ridurranno consumi e impatto ambientale (anni fa i dissalatori venivano criticati per l’ altissimo costo energetico). Me lo auguro veramente di cuore. Un altro passo sarebbe quello di ripristinare la rete idrica obsoleta che causa un’enorme dispersione (più del 50% secondo l’ ISTAT).
Ci sono zone in Sicilia in cui, ancora oggi, l’acqua è razionata (nell’agrigentino e nel nisseno soprattutto). Altre, per la presenza di zone montuose come l’Etna o i Monti Iblei (sotto i quali è stato scoperto, leggo su corriere.it, un giacimento di 17 miliardi di metri cubi di acqua) non destano grande preoccupazione. Bisognerebbe cercare di operare per consentire a tutti di beneficiare di questo bene imprescindibile.
In tutto ciò, cosa possiamo fare noi? Possiamo impegnarci contro lo spreco. Se troviamo una fontanella pubblica col rubinetto aperto, chiudiamola (sembra un gesto banale ma, se diventa abitudine, consente un risparmio annuo non indifferente); preferiamo la doccia al bagno in vasca; se laviamo i piatti a mano è meglio riempire a metà il lavandino piuttosto che tenere aperto il rubinetto (possiamo utilizzare l’acqua di cottura della pasta che è un eccellente sgrassatore); quando ci laviamo i denti evitiamo di distrarci, si spreca tanta acqua a causa della distrazione; quando facciamo la doccia d’inverno e attendiamo che l’acqua si scaldi, invece che disperderla, possiamo raccoglierla in un contenitore che poi utilizzeremo per il wc; se ci sono le casette dell’acqua nella nostra città, utilizziamole. Risparmieremo denaro bevendo acqua sana e senza le microplastiche presenti nell’acqua industriale (un gesto che ci avvicinerebbe, tra l’altro, al senso del referendum citato poc’anzi). È un piccolo elenco di azioni semplici, ma dalla portata enorme se diventassero collettive. In generale ci vuole un approccio di rispetto, attenzione, cura. Da parte di tutti.