Ragusa, la città dei tre ponti.

Ragusa che nel 1953, con la scoperta di un pozzo petrolifero, divenne la città del petrolio.

L’Eni, con l’apertura degli stabilimenti, segnò un’espansione economica importante, creando posti di lavoro per tanti cittadini.

Capoluogo della cosiddetta provincia “babba”, tranquilla, pochissimi delitti, con una delinquenza tutto sommato sotto controllo, per decenni è stata una città con una sua vivacità.

Il centro storico, in particolare Via Roma, Corso Italia, Piazza San Giovanni, Via Mario Leggio, Via Sant’Anna e Corso Vittorio Veneto, erano pieni di bei negozi, luci, gente che faceva acquisti o semplicemente passeggiava.

In Via Roma, il Mediterraneo, locale alla moda, era frequentato da moltissime persone o sedute ai tavoli o, come si usava ai tempi, che passavano tra gli avventori per poi uscire.

Ogni angolo della via era occupato da comitive di ragazzi, tanto che a volte era anche difficile farsi strada per poter passeggiare.

La Standa rappresentava uno dei centri d’acquisto più gettonati. Sale e Pepe, era meta di tutti gli adolescenti per l’abbigliamento sportivo e originale che offriva. Di Varese era uno dei negozi di scarpe, che insieme a Spatafora, in piazza san Giovanni, migliori con enormi vetrine espositive.

Le storiche Triumph di Corallo e la merceria Bottoncino, in corso Vittorio Veneto, la Linotex coi suoi ricami, le boutique Marlin Moda e Gran Chic, la Cacharel e altre ancora in Corso Italia.

Poi inizia un lento ma inesorabile declino!

Chiudono man mano sempre più attività. La crisi fa capolino e gli esercenti sono costretti a desistere.

Spengono le luci la Standa, lo storico Mediterraneo che negli anni alterna cambi di gestione e nuove chiusure, e via via tante altre realtà.

Complice l’apertura dei centri commerciali Ibleo e Le Masserie, che rappresentano una novità, la gente inizi a spostarsi e a preferire fare gli acquisti laddove è tutto concentrato.

Il sabato divengono meta di passeggiate di intere famiglie che ne approfittano per consumare qualcosa. I ragazzini affollano i corridoi e persino i parcheggi sottostrada.

Nel frattempo anche molti abitanti decidono di spostarsi nelle nuove abitazioni nella periferia delle città.

Il centro si spopola sempre più, le case, non più curate divengono fatiscenti. Molte vengono affittate ad extracomunitari che si accontentano di poco e in certe zone si ha l’impressione che si sia creato un ghetto.

Da poco più di dieci anni io vivo in centro e ho visto chiudere ben tre case di appuntamenti mentre resiste ancora un trans storico della zona.

Mucchi di rifiuti abbandonati occupano gli angoli delle strade e quando mi capita di fare un giro nei dintorni, rimango sconcertata dalla sporcizia accumulata dietro le saracinesche delle attività chiuse da tanto. Posta mai aperta, bottiglie di birra vuote. Vecchie insegne che nessuno provvede a togliere e restano lì a testimoniare i fasti di un tempo.

Già alle diciotto sembra ci sia un coprifuoco: le persone che vanno a piedi si contano sulle punte delle dita. Passano pochissime auto.

Mi conforta comunque il pensiero che nuove realtà culturali si siano affacciate sul centro storico: Il Centro Commerciale Culturale, la ristrutturazione del Teatro Concordia.

Piazza San Giovanni, Via Roma Piazza Salvatore si animano per due giorni con la manifestazione “A Tutto Volume”.

In Via Roma si svolge la sagra della scaccia ragusana. A breve ci sarà anche l’Enjoy Barocco Food.

Il Comune, dal canto suo, ha lanciato una serie di agevolazioni, con l’esenzione dal pagamento di alcuni tributi, per chi volesse tornare ad abitare in centro.

In conclusione mi auguro che il centro storico rinasca a nuova vita, perché è innegabile il fascino delle sue viuzze, delle chiese, dei palazzi antichi.

E spero di poter tornare a passeggiare in quelle vie ma piene di luci, colori, gente!

Che torni a essere la Ragusa di un tempo.

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