
Italo Calvino è stato considerato, da sempre, uno scrittore intelligente ma eccentrico. Solo negli ultimi anni della sua vita è diventato un punto di riferimento della narrativa del secondo ‘900. La svolta si è avuta con la pubblicazione del romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e “Palomar”. “Le Città Invisibili” è uno dei romanzi di Italo Calvino riconducibili alla fase in cui si interessò alla letteratura combinatoria, appresa a Parigi, ovvero ad un nuovo modo di concepire la scrittura, fatta di parole e di nuclei narrativi. Si tratta dell’immaginario resoconto che Marco Polo fa all’imperatore dei Tartari, Kublai Khan. Marco Polo parte dal medioevo e arriva a descrivere città contemporanee: città sottili (astratte), città continue (che non smettono di rinnovarsi), città nascoste (quelle in cui dal male scaturisce il bene). “Invisibili” sono le città perché esistono solo nella mente del viaggiatore, il lettore rimane sospeso tra l’idea di qualcosa che non c’è e la realtà: città impossibili, inventate, ciascuna con un nome di donna. Le città sono un insieme di memorie, di desideri, di segni, di linguaggio. Luoghi di scambio non solo di merci, ma di parole, di ricordi. Cogliendo lo spirito che Calvino ha voluto rendere dalla sua narrazione, Erica Bucchieri ha voluto trasfondere sulla tela queste emozioni permettendone una lettura anche visiva. Architetto e artista autodidatta da oltre trent’anni, la sua arte, impregnata dall’esperienza della vita, dai colori della Sicilia, dalla professione, esplora l’esistenza umana e le problematiche spazio -temporali con dipinti di vari formati. Lo stile che va dalla sperimentazione continua dell’astratto crea lavori che lasciano spazio all’emozione dello spettatore. I supporti dei lavori sono tele classiche, pannelli di vari materiali, come cartone, plastica, compensato, tegopan trattati con tela grezza, tessuti, carta di vario genere, e i colori sono acrilici, olio, spray. “La mission del mio lavoro, che nasce dalla sperimentazione, è scuotere le emozioni più profonde dello spettatore, per renderlo partecipe all’atto della creazione. La tematica più attenzionata è quella de Le città invisibili di Italo Calvino, un lavoro iniziato nel 2003 e portato avanti solo sotto l’impulso dell’ispirazione e dei lunghi dialoghi notturni con padre e madre. L’idea nasce dopo avere ricevuto in dono il libro da una collega di università. Il testo letto e riletto diventa fonte di ispirazione delle tele. Ogni passo che racconta una città è un momento angosciante di crescita e apprendimento per le innumerevoli provocazioni che si avvertono da parte dello scrittore che nel 1972 pubblicava il libro, consapevole delle problematiche sociali, culturali, ambientali, urbanistiche e architettoniche che trattava. Ciò che più mi sta a cuore è capire, scoprire e analizzare le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a fondare e vivere le città intese come insieme di relazioni e quali sono i motivi che portano gli uomini ad abbandonare o trascurare un tessuto urbano. Le città di Italo Calvino ci portano ad una profonda riflessione sui nostri centri urbani, che sono ricchi di problemi che non nascono per mancanza di risorse, ma per il colpevole e consapevole spreco di queste. L’analisi condotta permette di affermare che, nel corso della storia dell’uomo, le città si sono trasformate sotto l’impulso di esigenze economiche, politiche, culturali, sociali diventando oggi libri da scoprire per la ricchezza dei segni e delle memorie che conservano. Ma vi sono anche esempi di centri urbani morti e abbandonati dall’uomo a causa dei disastri causati dalla sua stessa mano, vedi Cernobyl. Paesi e borghi abbandonati perché il territorio non offre più possibilità di sfruttamento. Città e paesini dove la percezione del tempo è radicalmente diversa. Le 55 città di Italo Calvino offrono spunti di ogni genere, abbracciando innumerevoli discipline. Nel continuare il lavoro, per completarlo, è maturata la consapevolezza di intendere i nostri centri urbani come contenitori di memorie, segni, desideri e anche come potenziali centri educativi, capaci di informare, formare, responsabilizzare. Il merito della scoperta del mio lavoro va a Pippo Di Noto, poeta vittoriese, che nel 2017, in occasione di un incontro culturale è venuto a conoscenza della mia passione per la pittura e del mio progetto di rappresentare le Città di Italo Calvino. L’anno dopo sono stata invitata ad esporre in occasione della manifestazione Liberi a Ragusa”. E in attesa che le città di Erica Bucchieri vengano tutte compiute, godiamo delle riflessioni di ciò che ci suscitano quelle già realizzate.



Erica è un’artista piena di passione e la trasmette a tutti quelli che la circondano.
È stato un piacere aver fatto parte del suo percorso espositivo, i ragazzi dell’associazione culturale L’Ora dei Giovani hanno allestito la sua mostra presso Palazzo Mormino a Donnalucata e girato un cortometraggio per i suoi quadri.
È stata un’esperienza sorprendente, ospitarla nella nostra sede, oltre un evento unico che tutti noi e la provincia ricordano con piacere.
Grazie Erica e grazie a Operaincerta per i suoi bellissimi articoli.
la nostra stupenda isola vanta personaggi di grande rilievo: Archimede, Pirandello, Sciascia, Martorana, Tomasi di Lampedusa, Verga, Camilleri, Quasimodo e molti altri.
Nomi eccellenti tutti uomini.
Oggi forse bisognerebbe dare visibilità e rilievo a questa Donna artista che onora e da lustro alla Sicilia genitrice di tanti geni che con le loro intuizioni, scoperte hanno dato un immenso contributo all’intera umanità.
Oggi chi gestisce il patrimonio culturale della Sicilia dovrebbe porre attenzione a chi ha scelto di non andar via per rincorrere un sogno e far di tutto perché la bellezza sia fonte d’ispirazione a tantissime altre giovani menti che non trovando spazi dove potersi esprimere si allontanano.
Ringrazio le ragazze e i ragazzi dell’associazione, per aver creduto nel messaggio che Erica vuole trasmettere e condividere.
L’augurio che faccio loro è di continuare con passione e tenacia a lotta per la bellezza.
Vivica
la nostra stupenda isola vanta personaggi di grande rilievo: Archimede, Pirandello, Sciascia, Martorana, Tomasi di Lampedusa, Verga, Camilleri, Quasimodo e molti altri.
Nomi eccellenti tutti uomini.
Oggi forse bisognerebbe dare visibilità e rilievo a questa Donna artista che onora e da lustro alla Sicilia, genitrice di tanti geni che con le loro intuizioni, scoperte hanno dato un immenso contributo all’intera umanità.
Oggi chi gestisce il patrimonio culturale della Sicilia dovrebbe porre attenzione a chi ha scelto di non andar via per rincorrere un sogno e far di tutto perché la bellezza sia fonte d’ispirazione a tantissime altre giovani menti che non trovando spazi dove potersi esprimere si allontanano.
Ringrazio le ragazze e i ragazzi dell’associazione, per aver creduto nel messaggio che Erica vuole trasmettere e condividere.
L’augurio che faccio loro è di continuare con passione e tenacia la lotta per la bellezza.
Vivica
“Conoscersi per riconoscersi”, abbiamo condiviso un’esperienza unica nel suo genere, che ha lasciato i segni nel cuore di tutti coloro che hanno visitato il Palazzo. Un grazie a voi dell’Associazione “L’ora dei Giovani ” e a tutti coloro, e non sono pochi,che hanno creduto in questo lavoro. Grazie