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Scrivere una recensione

Liliana Sinagra 14 giugno 2024


Come nasce la recensione di un libro?
Recensire un libro è un lavoro affascinante ma allo stesso tempo richiede grande responsabilità. Innanzitutto è necessario leggere il libro, è fondamentale farsi una propria idea direttamente dalla fonte. Durante la lettura io per esempio prendo appunti, sottolineo le parti che mi sembrano più rilevanti, annoto considerazioni personali o riflessioni che il testo mi suggerisce. Mi documento anchestrong>sull'autore e su come la critica ha considerato il libro, ma cerco sempre di osservare un po' dall’alto come “Il barone rampante” di Calvino.
Qual è la differenza tra "sinossi" e "recensione"?
La sinossi fornisce brevemente la trama di un romanzo o di un racconto, la recensione si sofferma non solo sulla trama ma restituisce anche informazioni sullo stile, i temi affrontati, i personaggi, la struttura narrativa del romanzo, orientando il pubblico sull’eventuale lettura del testo.

Il primo passo da fare per scrivere una recensione è leggere il libro, se non dovesse piacere, questa potrebbe esserne influenzata? Il lavoro di un recensore non dovrebbe essere super partes?
Penso che non sia facile essere completamente oggettivi perché i giudizi non sono mai del tutto asettici, sicuramente devono essere motivati, onesti e soprattutto argomentati con spiegazioni ed esempi in grado di sostenere ragionevolmente ed onestamente le opinioni espresse.

Recensori ci si scopre e ci si diventa?
Nella mia piccola esperienza metterei i due aspetti insieme senza fare una netta distinzione. Certe volte scopri per caso che sei in grado di fare qualcosa che ti viene chiesto e diventi ciò che non avresti mai sospettato. Altre volte può succedere che lavori per raggiungere quel sogno che hai nel cassetto. Io ho scoperto che recensire libri mi piace, ma non so se diventerò un recensore

Quanto è riconosciuta professionalmente la figura del recensore?
Non saprei. Forse dipende dal contesto o dal settore in cui opera. Mi riferisco soprattutto ai recensori che scrivono nei blog, alcuni diventano dei famosi influencer godendo anche di prestigio altri restano nell’ombra. Dal punto di vista economico il riconoscimento di un recensore non è semplice da valutare soprattutto se si considerano i social media.
Qual è il limite da non superare nella stesura di una recensione? Si rischia di svelare troppo?
Oggi è entrato nell’uso comune del linguaggio il termine spoilerare cioè svelare uno snodo fondamentale di un racconto o di un film, rovinandone naturalmente la trama. Penso che la Cortellesi si sarebbe risentita molto se i critici avessero spoilerato lo snodo centrale del film “C’è ancora domani”.
Credo sia necessario, e non solo per il recensore, trovare un equilibrio tra le informazioni, cercando di non svelare troppo gli elementi chiave.

Chiunque potrebbe scrivere la recensione di un libro o ritieni che ci siano almeno tre requisiti fondamentali per poterlo fare?
Sono necessarie delle competenze di scrittura, di analisi, di critica ed ognuna di queste competenze presuppone altre abilità fondamentali perché la comunicazione scritta risulti chiara, professionale, accattivante e rispettosa dell’autore e del lettore. Inoltre una buona conoscenza dei generi letterari è utile per entrare nel livello profondo del testo.

Ho personalmente letto gli approfondimenti e le interviste che pubblichi nel magazine culturale “È Geniale” sui personaggi di punta della rassegna letteraria “Un tè con l’autore” che si svolge a Palazzo del Poeta a Palermo, il tuo è sempre un punto di vista intimo che sviscera le tematiche affrontate e le storie narrate, con una visione profonda. Il tuo lavoro è frutto di una grande competenza letteraria, ma quanto di personale ci metti ogni volta che scrivi, entri in empatia di più con l’autore o con i personaggi?
I personaggi spesso rivelano qualcosa sull’autore. A volte sono come dei segnali disseminati nel testo. Se entrare in empatia significa farsi influenzare cerco per quanto possibile di comprendere le motivazioni dei personaggi e lo scopo dello scrittore mantenendo una posizione neutrale od eventualmente la dichiaro esplicitamente.

Chi è la professoressa Marisa Di Simone? Saggi, narrativa, poesie, cosa prediligi per le tue letture?
A me piace conoscere, esplorare. Il mondo dei libri è sempre un incontro con l’altro, uno scambio arricchente. La scelta tra un saggio, un romanzo o un libro di poesie forse dipende da un bisogno, qualche volta inconsapevole. Forse è quella domanda che ancora non ha ricevuto risposta a guidarmi verso una tipologia di lettura o un’altra.

L'Italia vanta grandi autori nella storia della letteratura, qualè lo stato della produzione letteraria oggi? Ci sono troppi "scrittori" o ce ne sono troppo pochi?
Oggi c’è un proliferare di scrittori e di scrittura incredibile. Forse dipende dalla facilità con cui si possono scrivere e pubblicare libri. Ma se devo considerare la scrittura di qualità allora forse il numero degli scrittori si riduce.

Quanto è importante la copertina di un libro, ti ha mai invogliato a comprarne uno che poi ti ha deluso?
La prima cosa che mi salta all’occhio di un libro quando vado in libreria è la copertina, poi il titolo e poi tante altre cose. La copertina è l’identità visiva che crea immediatamente un legame con il potenziale lettore. Non è detto che rifletta lo spirito del libro, potrebbe essere un gancio per conquistare il lettore superficiale. Ci sono tanti altri elementi significativi che devono essere considerati nell’acquisto di un libro uno di questi è il diritto di spizzicare di cui parla Pennac.

Marisa Di Simone è insegnante di lettere presso l’I.P.S.E.O.A. “Pietro Piazza” di Palermo, correttrice di bozze di libri ed autrice di alcuni programmi radiofonici per la scuola, tra cui “7 minuti piccoli piccoli” e “cooking radio”. La sua passione per la cultura l’ha portata a sperimentare anche il teatro, partecipando come attrice alla rappresentazione scenica dell’atto unico di Vincenzo Consolo “Pio La Torre, orgoglio di Sicilia” e il canto con il coro “San Francesco Saverio Band’s”. Collabora con la rassegna letteraria UN TE’ CON L’AUTORE e scrive per il magazine culturale È GENIALE.

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Liliana Sinagra

Liliana Sinagra, classe '78, libera professionista nel campo dei servizi tecnici nella vita lavorativa, fin da ragazzina scopre la sua passione per il teatro in una compagnia amatoriale e nel tempo frequenta una scuola triennale di teatro contemporaneo presso il Teatro Zeta di Termini Imerese (Pa). Con all'Associazione Culturale Kairòs di Sciara (Pa) cura la regia di commedie dialettali portate in scena dagli adolescenti del proprio paese. Curatrice degli eventi del Festival del Torto Nella Valle dei Racconti fin dal 2019, nel 2021 viene nominata vice presidente dell'Associazione Culturale Nella Valle dei Racconti che si occupa dell'organizzazione dell'omonimo festival e della promozione culturale del territorio della valle del fiume Torto. Sensibile alle tematiche sociali, ha ideato vari progetti artistici, tra cui un video contro il femminicidio realizzato con gli attori del Teatro Zeta e la fotografa Olga Flaccomio. Coordinatrice delle ultime due edizioni del Dedalo Festival di Caltabellotta (AG) accanto al direttore artistico Ezio Noto.

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