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Attaccar bottone

Rita Luciani 14 luglio 2024


Che significa attaccar bottone? Io ho una nonna, quella più giovane, nata nel 1906 che si è fidanzata e poi sposata con questo attaccar bottone. Mia nonna si è sposata nel 1924, era la prima di tante femmine, il suo papà era il classico uomo ottocentesco col sigaro, il baffo all’insù e molto geloso. La domenica mattina si era costretti ad andare in chiesa non da soli, ma in compagnia, mia nonna in compagnia delle sorelle; in chiesa si sedevano a sinistra i maschi e a destra le donne, quelle di basso popolo come era mia nonna dovevano avere lo scialle sulla testa, quello con tutte frange, gli uomini giovani portavano la giacchetta con i bottoni. Uno sguardo di là, uno sguardo di qua e ci fu uno scambio di sguardi tra mia nonna e il mio futuro nonno, ma come incontrarsi? Mia nonna super moderna dice alle sue sorelle: “Fate come vi dico io”.
Nesciono ra chiesa e vira stu giuvini n’chianu, ci passa vicino e con nonchalance
fa finta di sistemarsi lo scialle. Che significa? E so frangi s’impigliano nei bottoni della giacca, certamente i frangi si putieuno scioghiri ma ci fù il tempo giusto per scambiarsi due parole: “Io mi chiamo Angelo, io mi chiamo Angela, ci diamo appuntamento a prossima rumenica”. Certo non poteva sempre continuare col pretesto delle frange. Quel bel giovane aveva una buona voce, sulu chistu ri bonu avia, ma nonna mi contau duoppu. Così una sera cominciò a cantare sotto la finestra e il papà di mia nonna dice: “Ma cu jè chistu?” Certo c’erano altre ragazze lì vicino, ma a mio nonno questo ragazzo piaceva, chiese informazioni sul suo conto e poi chiamò mia nonna, che essendo la prima, era la prima che doveva andarsene.
- Ngelina vène ccà
- Che succiriu?
- Sentisti u giovine cantare? Ngelina chistu jè u picciuttu ca ta spusari, ca iu vogghiu  che ta spusari.
- Jè chistu ca vogghiu pà!
Succedette la fine del mondo! Come è stata punita mia nonna? I ficiru spusari, mia nonna mi raccontava che aveva un vestito giallo paglierino longhette, lo scialle nero, e niente foto da matrimonio, l’unica fu solo per mio nonno. Quindi io ho la foto di mio nonno co vestitieddu, che sembra che si sia sposato solo. Mia nonna foto del matrimonio non ne ha! Il mio bisnonno la punì perché si sentì preso in giro.


Trascrizione di un racconto della dott.sa Giovanna Giallongo, co-direttrice del Museo del Costume di Scicli, registrato in occasione di un incontro della rassegna Poetica iblea, stagione  2023-2024.
Ringrazio l’autrice per la gentile concessione e per la consulenza dialettale.


Rita Luciani

Rita Luciani nasce a Roma nel 1968, dopo la Maturità Classica si trasferisce a Modena, lavora e si laurea in Sociologia. Dal 2019 è residente a Scicli (RG), da pensionata e grata alla vita, si dedica alle sue passioni e ai suoi hobby.

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