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La tendre ennemie

Marcello Gurrieri 14 luglio 2024


Maximilian Oppenheimer, pseudonimo Max Ophüls, fu un grande regista tedesco, naturalizzato francese. Basti pensare che Stanley Kubrick lo considerava il suo regista preferito e tra i suoi maggiori ispiratori. Particolarmente apprezzata la grazia quasi musicale della macchina da presa, in tempi ancora lontani dagli sviluppi tecnologici dei giorni nostri. Ebreo, riuscì appena in tempo a rifarsi una vita fuori dalla sua Germania, prima dell’esplosione della ferocia nazista.
I suoi film sono spesso melodrammatici, legati ad opere quali I dolori del giovane Werther di Goethe (titolo del film Le roman de Werther) o ai romanzi del drammaturgo viennese Arthur Schnitzler. Li pervade spesso un romanticismo disperato che porta i protagonisti a dolori strazianti ed epiloghi sanguinosi.
Nel caso di La tendre ennemie, invece, c’è più un tono da commedia piuttosto che tragedia.
La trama: Annette ed il marito sono in procinto di celebrare il fidanzamento della figlia Line con un uomo dell’alta società. Ma la ragazza è disperata perché ama un altro. I genitori non ammettono discussioni perché questo matrimonio di convenienza aprirà le porte ad opportunità per tutta la famiglia. Ad Annette si è indurito il cuore, ha dimenticato che lei stessa aveva provato il vero amore ed era stata costretta a rinunciarvi. A questo punto sono proprio i fantasmi dei suoi tre ex fidanzati, tutti vittime di un epilogo tragico, ad impegnarsi in una missione: facilitare Line affinché possa coronare il suo sogno. In questo frangente il film ci regala i momenti più esilaranti, tra dialoghi improbabili ed interventi su oggetti e persone escogitati per forzare il corso delle cose. Finché alla stessa Annette i tre sussurrano parole che le ricordano quei sentimenti che lei stessa aveva provato, facendola diventare finalmente la prima alleata della figlia.
Ad un primo sguardo superficiale potremmo pensare che questo tipo di racconto sia completamente fuori dal tempo e non rispondente ai giorni nostri. In realtà, purtroppo, sappiamo bene che non è così. In India esiste ancora il sistema delle caste; in nazioni come Pakistan, Iran, Afghanistan, i matrimoni, combinati, devono obbedire a “coerenze” religiose, di tradizione, di appartenenza (e in caso contrario finisce spesso in tragedia). Ma non guardiamo solo lontano da noi. Capita spesso anche nella nostra cara Italia che si verifichi un processo di selezione sociale “naturale”. Ambienti ristretti nei quali ci si frequenta a circolo chiuso tra persone dello stesso gruppo religioso, dello stesso target sociale, della stessa “casta”, in modo da facilitare incontri considerati più “consoni”. E poi ti capita di incontrare una persona che, prima ancora di sapere il tuo nome o il colore dei tuoi occhi, ti chiede: “che fai nella vita?” Espressione apparentemente innocua che però sottintende: “sei uno sfigato o hai una posizione per cui possa valere la pena frequentarti?” Legittimo. Ma non è forse un po’ esagerato? Ai nostri giorni esiste anche la selezione a monte dei siti di incontri, con i quali le persone si conoscono sul web selezionando aspettative, posizioni economiche, idee politiche, gusti musicali, culinari, cinematografici, preferenze sessuali, tratti caratteriali. Non c’è più nulla da scoprire. Non voglio discuterne l’utilità, in molti casi indubbia. Solo, mi chiedo, non si è forse perso quel pizzico di mistero, quella magia che ispirava poeti e romanzieri?
Le pene d’amore sono sempre esistite e sempre esisteranno. In ogni caso è un privilegio farsele raccontare da un Pinturicchio della settima arte come Max Ophüls.

Marcello Gurrieri

Marcello Gurrieri è nato a Ragusa il 09/05/1973 ma risiede a Mascalucia (CT). Ha curato per 10 anni, dal 2007 al 2017, per il sito di Legambiente Catania, la rubrica "ecofilm...ecopensieri" incentrata su opere artistiche a tema ambientale; ha inoltre scritto piccole recensioni cinematografiche per vari periodici e articoli sull'attualità per "Argo Catania". Ha frequentato il corso di sceneggiatura cinematografica tenuto presso il Teatro Impulso di Catania. Ha scritto e pubblicato i seguenti libri: "Le anime libere della notte" con la casa editrice Libroitaliano; "L'ostinazione della speranza - Credere, sentire, vivere" e "Il rugby ... secondo me" con ilmiolibro.it. Ha inoltre scritto altri piccoli lavori divulgati autonomamente: "Grazie bisteccone! - Omaggio a Giampiero Galeazzi"; "I portieri più pazzi del mondo"; "Magma rock - Eravamo ragazzi nella Seattle d'Italia"; "Zagare nell'universo". Ha lavorato prevalentemente nel sociale e continua attualmente a farlo.

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