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La televisione

Antonio La Monica14 ottobre 2024


Un vecchio leone un tempo feroce, ma ormai spelacchiato. Un pugile dal glorioso passato, ma adesso decisamente suonato. Così la televisione oggi.
Capro espiatorio della mancanza di coscienza collettiva. Colpevole di mille colpe, arma di distrazione di massa, strumento di imbarbarimento culturale e disgregazione sociale, potenza inarrestabile nel definire bisogni, mass media capace di guidare giudizi e volontà politiche. Su questa scatoletta elettronica molto si è scritto e molto di più si è detto. Una specie di bomba atomica in formato famiglia. Almeno fino a pochi anni addietro. E oggi?
Cosa rappresenta oggi la televisione per la nostra cultura e per la nostra società?
A 70 anni circa dal suo apparire nelle case e nei locali pubblici degli italiani, la televisione è ancora qualcosa di così mostruoso e, al contempo, meraviglioso?
“Lo ha detto la televisione” si usava affermare quando una presunta verità aveva bisogno di un sigillo da Cassazione. Una frase ormai nettamente in disuso e sostituita da frammenti scomposti di quella realtà intercettata su internet, o per meglio dire su qualche social di nuova generazione che ha ormai catturato le nostre saltellanti attenzioni.
Certamente la televisione resta un fulcro che fornisce materiale al web e che del web quotidianamente si nutre. Un dialogo “intermediale” che riesce talvolta a stupire ma che, forse più spesso, abbassa l’asticella della qualità televisiva verso il basso.  Penso ai troppi servizi dei telegiornali ormai infarciti da video amatoriali pescati appunto in rete, alle interviste inviate da telefonini mal posizionati in modalità “selfie”.
Ma questi sono i nostri tempi votati alla quantità e meno, molto meno alla qualità. Tuttavia una televisione di qualità c’è e c’è sempre stata. Per chi volesse vederla ancora, oltre che negli archivi della propria personale memoria, la si trova per assurdo destino proprio nella rete. La rete che ha creato la tv on demand, la rete che ha visto nascere siti importanti come Youtube o Vimeo. Una ricerca anche superficiale su internet può farci ancora riscoprire materiali sorprendenti.
Vado sull’onda dell’improvvisazione: le interviste indimenticabili di Enzo Biagi, le ricerche sociali di Pasolini, il maestro Manzi che istruiva un’Italia prima di lui analfabeta anche sulla propria unità. E poi la scienza per tutti di Piero Angela, le partite di calcio senza il tiki taka ma con le epiche telecronache di Nando Martellini; la musica di DOC con Renzo Arbore e i tanti programmi di satira quando la satira sapeva cosa fosse il Potere e chi lo detenesse.
Ognuno potrà navigare continuando il proprio elenco dei programmi televisivi preferiti e dei tanti personaggi che ne hanno fatto parte. Insomma, il web che ha confinato la televisione a dama di compagnia per anziani è anche lo strumento che ci permette di capire fino in fondo il buono e il cattivo che da questo mass media è derivato.
Noi di “Operaincerta” proviamo a ragionare su questo tema che, come direbbe Umberto Eco, ha tanto appassionato “apocalittici e integrati”. E voi da che parte state? Buona lettura!

Antonio La Monica

Operatore del sociale, referente per la comunicazione per il mio ente di lavoro, giornalista per iscrizione all'albo da alcuni anni. Appassionato di musica e family man per vocazione. Da un po' di tempo in linea con l'idea che da grande vorrei continuare a svolgere ancora a lungo tutte queste mansioni.

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