
Quando anni fa la mia fidanzata mi disse che, pur lavorando a tempo pieno ed essendo prossimi al matrimonio, si sarebbe iscritta all’università mi sono lanciato in una promessa che voleva avere l’intenzione di un incoraggiamento. Ecco cosa avrei fatto: le avrei regalato un paio di scarpe per ogni “30” conquistato agli esami. Intendiamoci, non che io sia troppo generoso e nessuno osi pensare che io non avessi fiducia nella mia consorte. Solo che non mi aspettavo che sarei diventato a breve socio di maggioranza di varie multinazionali delle calzature, nel giro di tre anni. Ogni esame un grande successo, insomma. Per fortuna la casa dei futuri sposi, cioè la nostra, era ancora in costruzione e così l’armadio a muro è diventato un sancta sanctorum di stivali, sandali e decolleté. Insomma i primi passi di una famiglia erano ben protetti da numerose scarpe.
E non è tutto. Perché il destino era pronto ancora una volta a segnare il suo passo nella direzione delle calzature. La famiglia cresce, una bimba nasce e muove i suoi primi passi incerti, ma solo se stretta ad una mano amica. Mai da sola, per carità. Proprio quando iniziavamo a nutrire dubbi sul fatto che la piccina avesse la minima voglia di faticare (tutta sua padre del resto) e volesse muoversi sempre e solo a cavalluccio o in braccio, ecco che avviene la svolta.
“Giù!” intima con una vocina nuova di zecca. Io la lascio scendere dalle mie braccia e lei parte, sparata come un trenino. Dalle nostre parti si direbbe “come uno scarafaggio in mezzo ai tubi”, ma la metafora, pur pertinente nel senso della vivacità mobile, non rende giustizia alla bellezza della situazione. Dunque, dicevamo, lei parte per i suoi primi irrefrenabili e liberi passi lungo gli scaffali di un negozio immenso, che vende, appunto, sempre e solo scarpe!
Tutto questo per dire che cosa? Che talvolta nei primi passi, negli esordi, nelle sfide che si lanciano a se stessi si trova un coraggio nobile, una felice incoscienza che regala gioia, libertà, esperienze bellissime.
Una di queste è proprio il luogo dove vi trovate a leggere questo scritto. Perché, note autobiografiche a parte, questo “quasi editoriale” serve si a presentare il mese dedicato ai “passi”, ma soprattutto serve a celebrare la nostra uscita numero 200. Passo dopo passo, insomma, abbiamo realizzato, grazie ad un numero incredibile di collaboratori, un progetto editoriale che forse è andato davvero al di là delle nostre aspettative. Grazie ai lettori, prima di tutto, ma grazie a quanti hanno lasciato in questi fogli elettronici le loro riflessioni, i loro scritti e le loro idee. Grazie e benvenuti ai nuovi scrittori che da questo numero ci auguriamo di ritrovare nelle nostre prossime uscite. Verso i 300, passo dopo passo.