
La tecnologia è stata sempre vista come uno strumento nato per aiutare l’uomo nella vita di tutti i giorni. È innegabile che svolga un ruolo fondamentale al giorno d’oggi, consentendo l’agevolazione di varie mansioni lavorative, intellettuali e domestiche.
Oltre ad essere un utile vantaggio, sarebbe più corretto definirla oggi uno strumento necessario. Negli ultimi anni, infatti, i passi della tecnologia sono stati molto rapidi, e conoscerne le funzionalità è diventato essenziale in ogni ambito per non rischiare di cadere nella trappola dell’ignoranza.
Questo avanzamento tecnologico sembra dunque aver aperto le porte a una nuova era: l’era digitale, che, come ogni altra epoca, porta con sé rischi e benefici.
I passi della tecnologia, infatti, sono stati talmente concreti da risultare quasi invasivi, influenzando anche le modalità di comportamento sociale. Questo influsso digitale ha dunque certamente degli effetti sulla psiche dei giovani, anche se non tutti ne conoscono gli effettivi rischi.
Con i social media si è dato inizio a una prima piccola rivoluzione del comportamento sociale. Queste applicazioni consentono di mantenere legami con amici e conoscenti che un tempo sarebbero stati destinati a perdersi, ma allo stesso tempo offrono la percezione di una vita sociale attiva e appagante fatta di messaggi, like e visual. Queste nuove forme di comunicazione alternative non si possono definire davvero scambi sociali, in quanto mancano di umanità concreta e forniscono soltanto l’impressione di un’attività, pur lasciando noi umani inattivi.
Bill Gates, imprenditore, programmatore, informatico e filantropo statunitense, noto principalmente come cofondatore di Microsoft, è stato una figura chiave nello sviluppo dell’industria del personal computer; ha sviluppato software iconici come Windows e il pacchetto Microsoft Office ( Word e Excel.) Ha rivoluzionato il mondo dell’informatica, consentendo alle nuove tecnologie di progredire con estrema rapidità.
L’imprenditore infatti ha messo in guardia sui rischi legati all’ eccessiva esposizione dei bambini alle tecnologie, evidenziando che i genitori tendono ad essere più permissivi in ambito virtuale rispetto a quello reale. Lui stesso dichiara di aver vietato l’uso dei cellulari ai propri figli fino all’età di 14 anni. Al giorno d’oggi, infatti, è facile vedere bambini anche molto piccoli intrattenuti da strumenti digitali, e questo può avere rischi non indifferenti per il loro sviluppo. Un uso eccessivo di tecnologia può portare a problemi nello sviluppo emotivo e sociale, con una difficoltà ad esprimersi e una maggiore aggressività. Per di più può influire negativamente anche sullo sviluppo cognitivo, minando alla capacità di apprendimento e alla creatività, sfociando facilmente nella dipendenza, che porta ad un conseguente rifiuto dei limiti.
Ma al vertice della scalata tecnologica troviamo adesso “chat gpt”, una nuova applicazione ideata per essere sfruttata dall’uomo in svariati ambiti e che rischia di porre in ombra la creatività e la capacità di pensiero di molti giovani che tendono a consultarla per qualsiasi dubbio o incertezza, talvolta persino privata.
La piattaforma viene dunque sempre più spesso utilizzata per un sostegno emotivo e a volte anche decisionale che a lungo andare potrebbe creare dipendenza, insicurezza, incapacità di pensiero autonomo.
Tra i rischi di questa piattaforma vi è anche la possibilità di diffondere false notizie. La BBC (British Broadcasting Corporation) un servizio pubblico radiotelevisivo del Regno Unito, ha dichiarato che il 45% delle notizie divulgate dagli assistenti artificiali sono errate.
Rispetto alle rivoluzioni industriali precedenti, l’avanzamento tecnologico attuale sembrerebbe sostituirsi radicalmente, e con sempre maggior perfezione, all’impiego umano.
Laurance Douglas Fink ha affermato in un’intervista che ci sarà un enorme sviluppo di intelligenza artificiale e di robotica a sostituzione dell’essere umano, proprio in quelle nazioni in cui la popolazione è in calo, a discapito di quelle sovrappopolate, dichiarando, in ultima analisi, che l’obbiettivo fondamentale sarà ridurre la popolazione in quei paesi che vorranno progredire.
Inoltre 1500 esperti e leader mondiali hanno chiesto di bloccare lo sviluppo di una super intelligenza artificiale; tra i firmatari dell’appello figurano: Geoffrey Hinton, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 2024 e considerato il “padrino dell’intelligenza artificiale”; Yoshua Bengio, professore presso il dipartimento di informatica e ricerca operativa dell’universitè de Montrèal; e Steve Wozniak, informatico e inventore statunitense, allarmati per le insidie ormai evidenti dei passi del progresso tecnologico.
Persino nel campo delle biotecnologie sono stati fatti notevoli passi avanti. Negli Stati Uniti, un’azienda nell’ambito dello sviluppo militare, ha appena brevettato un nuovissimo sistema di apprendimento che analizza e registra in tempo reale l’epigenoma. L’epigenoma è noto come l’insieme di tutte le molecole che consentono di interagire con il DNA e che lo modificano, senza però alterarne la sequenza. Questo test molto specifico registra una sorta di “memoria biologica” dell’organismo a lungo termine; quindi, permetterà di avere immediatamente un quadro generale di tutti i dati di un intero organismo.
I passi della tecnologia, dunque, procedono a ritmo sostenuto anche nel campo sanitario, consentendo metodologie mediche per molti considerate innovative, per altri rischiose. Sembra dunque, alla luce di queste informazioni, che ci rimanga sperare che tutto questo progresso concorra al bene comune e non a un delirio di onnipotenza.
Rimane il fatto che le tecnologie in generale sono strumenti fondamentali al giorno d’oggi, ma l’accortezza di ognuno sta nell’ usarle senza farsi usare. Gestirle con consapevolezza, affinché si possa sempre tener d’occhio il limite oltre il quale si sfocia nella dipendenza.
In una società che si è abituata a tali comodità è sempre più difficile immaginare di tornare indietro, ma se la società di oggi tornasse a vivere come un tempo, sarebbe in grado, come i nostri antenati, di fronteggiare la vita con le proprie forze, una volta “assuefatta” al benessere delle tecnologie?
I passi del progresso non dovrebbero mai indebolire il popolo, e la nocività dell’evoluzione viene smascherata nel momento in cui si guarda indietro e si è costretti a constatare che le vecchie generazioni, nei sacrifici quotidiani, hanno costruito una genetica più forte che non regge confronti con quella attuale.
L’iper-connessione, l’iperinformazione, l’iper-comodità che raggiunge, passo dopo passo, vette altissime, piega l’umanità e la sottomette in un modo tanto evidente quanto inconsapevole, offrendosi come una nuova divinità onnisciente fonte del nuovo potere umano, e troppo spesso invece, ciò che passo dopo passo, glielo toglie.