
Conosciamo a menadito la storia della fondazione di Roma: i gemelli Romolo e Remo di nobili origini, il loro abbandono, la Lupa, la sfida per la fondazione della città, la vittoria di Romolo, e finalmente Roma. Quando ero piccola, avevo serie difficoltà a memorizzare che il fondatore fosse Romolo: nella mia logica, siccome Remo conta quattro lettere come Roma, non poteva che essere lui il fondatore, e pure eponimo! Poi, non è che l’ho memorizzato davvero: semplicemente, ogni volta che la vita mi porta a dover dire chi sia stato il primo re di Roma, ci devo pensare per qualche frazione di secondo. Non quello, l’altro. E lo dico giusto.
Discorso ben diverso, invece, per la fondazione di Atene. È una storia – mitica anch’essa, come quella romana, e forse di più – sconosciuta ai più. Io la ricordo, ma non ricordo perché la sappia: non so dire se, quando o dove abbia studiato o comunque letto della fondazione di una delle città più importanti della Grecia classica, nonché capitale della Grecia odierna. Quindi, rubacchiando la citazione manzoniana e modellandola al caso mio, vi racconterò di Cecropia e di come diventò Atene.
All’inizio, non fu Cecrope. Infatti, non è il primo bensì il secondo re di Atene, pur essendone però il fondatore. E lo so, c’è già da confondersi, e siamo solo al terzo capoverso. Il discorso però è più semplice di quanto possa sembrare. Agli antichi, come del resto anche a noi, piaceva raccontarsela nel modo più simbolico e poetico possibile, affinché ogni avvenimento fosse intriso di significati stratificati, dal più superficiale al più profondo. Cecrope è il secondo re di Atene, ma il suo mitico regno di ben cinquant’anni surclassò quello del suo predecessore, padre della sua sposa Aglauro, un tale Atteo. Costui era un autoctono dei luoghi, cioè non solo era originario di quelle parti (come noi utilizziamo autoctono, no?), ma era proprio nato dalla terra stessa, perché per gli antichi autoctono significava spesso questo, soprattutto se si parlava di personaggi mitici. Atteo lo era, sia mitico che autoctono. E pure eponimo, perché diede il nome alla regione, che divenne Àttea e poi Attica. A proposito, si dice Àtteo e non Attèo.
Ad Atteo, seguì il genero Cècrope – anche questo nome è sdrucciolo – dal cui nome derivò quello dell’acropoli di Atene, nota come Cecropia. Cecrope era di sicuro una creatura bizzarra. Si racconta che fosse metà uomo e metà serpente e che fosse anche lui nato da quella terra. Alcune fonti lo vorrebbero di origini egizie, però l’idea che un biforme sbuchi dal suolo, a dirla tutta, mi pare decisamente più mitica di una normale origine africana. A Cecrope è attribuita la civilizzazione di Atene perché si impegnò a dare ai suoi sudditi un bel po’ di regole: istituì il matrimonio e la conseguente monogamia, sancì il diritto alla proprietà e pare che censì per la prima volta la popolazione. Inoltre, istituì anche il culto per gli dèi e si trovò giudice presidente di una sorta di giuria popolare per uno scontro divino.
L’oggetto della contesa divina, che vedeva protagonisti Poseidone e Atena, era il patrocinio dell’Attica e soprattutto della rocca di Cecropia. Alcune fonti (fra cui Apollodoro, se non ricordo male) tramandano che il giudizio era affidato a dodici dèi e che Cecrope fosse prezioso testimone. Altre fonti, invece, vogliono proprio il nostro come arbitro principale del duello a suon di doni divini. Poseidone regalò un cavallo oppure dell’acqua salata. Il primo simboleggia la potenza, quindi la guerra. La seconda dovrebbe indicare le conquiste via mare, ma è imbevibile. Atena invece dona un ulivo, simbolo di pace e prosperità. Cecrope sceglie Atena, ed ecco svelato il perché la città sotto l’acropoli si chiami Atene.
A completare la mitica fondazione e successiva ascesa di Atene, non posso non spendere due parole su Teseo, l’eroe nazionale, il sinecista, cioè colui che completò l’opera civilizzatrice di Cecrope riunendo i villaggetti attici sotto l’egida di Atene. Atene divenne una città stato, una polis, e si dotò di un vero e proprio sistema politico. Siamo ancora lontani dalla storia, perché anche Teseo appartiene al mondo mitologico pur essendo un uomo e non un dio, ma è non c’è storia senza una robusta mitologia dietro a nobilitarne le origini.
E che Manzoni mi perdoni ché gli ho rubato la battuta, ma quest’è.
I tuoi spiccioli mitologici sono sempre ben accetti! E poi, confesso, pure io ogni tanto devo pensarci qualche frazione di secondo su chi sia il primo re di Roma, tra i due gemelli allattati dalla lupa!
Ahahahah! Mi consolo! Pensa, ogni tanto mi viene fuori persino Romeo, ma è colpa degli Aristogatti -_-