
O ci piaccia o no, la vita è imprevedibile. E questa imprevedibilità è una componente essenziale del nostro percorso, di una dualità eterna e oserei dire divina.
Il professor Jordan B. Peterson, psicologo, docente e scrittore canadese, nel suo libro “12 regole per la vita” spiega proprio la differenza — e la necessità — tra ordine e caos, associando il primo a un territorio conosciuto e il secondo a ciò che è sconosciuto.
Scrive:
“Viviamo eternamente nell’ordine, circondati dal caos. Abitiamo territori conosciuti, circondati dall’ignoto. […] Cavalcare questa dualità fondamentale significa essere in equilibrio: avere un piede saldamente piantato nell’ordine e nella sicurezza, e l’altro nel caos, nella possibilità, nella crescita e nell’avventura.”
L’ordine ci offre struttura e sicurezza, mentre il caos — e dunque lo sconosciuto, l’incerto — ci spinge a esplorare, imparare e crescere.
La chiave sta nel trovare un equilibrio tra i due. È, in fondo, lo stesso movimento che compiamo quando camminiamo: quando restiamo fermi siamo nel dominio della stabilità, dell’ordine; ma per avanzare dobbiamo accettare un momento di disequilibrio, proiettarci in avanti, rischiare di cadere — solo così il passo successivo può riportarci in equilibrio.
Non possiamo restare fermi per sempre, ma nemmeno muoverci senza sosta. È un gioco sottile, una danza, di ordine e rischio, sicurezza e scoperta.
Col passare degli anni tendiamo spesso a vivere nella sicurezza, nel familiare: stesse abitudini, stessi luoghi, stesse persone. Le cose sconosciute iniziano a spaventarci, irrigidendoci e portandoci a resistere al diverso, al cambiamento. Quando invece cresciamo in un ambiente dove il cambiamento è incoraggiato — in modo volontario o meno — siamo più pronti a prendere decisioni che possono catapultarci in territori completamente sconosciuti.
Ma le nostre attitudini dipendono anche dalla nostra energia personale, non solo da come siamo cresciuti o dai modelli che ci hanno guidato.
In questo senso, la numerologia, antica scienza che studia la qualità dei numeri, ci offre una chiave di lettura affascinante: ogni numero rappresenta una personalità, con qualità positive e negative di diversa intensità. In base alla nostra data di nascita e al nostro nome, vibriamo con uno o più numeri — o meglio, con degli archetipi. Comprenderli può aiutarci a conoscere meglio noi stessi, le nostre tendenze e abilità, così come quelle degli altri.
Per esempio, le lezioni da imparare per una persona che vibra con il numero 4 ci aiutano a comprendere gli aspetti e gli equilibri dell’ordine, della sicurezza e della struttura, e come una loro forma bilanciata porti alla crescita. È il numero della disciplina e della costanza: ci insegna come la perseveranza quotidiana permetta di raggiungere obiettivi di ogni genere. Ma anche qui, la dualità insita nell’ordine può condurre a squilibri: all’estremo della rigidità — dove ogni cambiamento è rifiutato — o, all’opposto, nel caos della procrastinazione, dove le regole vengono rigettate.
All’estremo opposto troviamo l’energia del 5, che incarna le lezioni relative alla libertà, al movimento e al cambiamento. È colui che si esalta davanti all’ignoto, che trova nel rischio non la paura ma la linfa vitale della crescita. Tuttavia, anche qui gli eccessi sono pericolosi: il 5 può perdere completamente la direzione, disperso tra mille opportunità senza riuscire a viverne pienamente una, oppure può diventare schiavo dei propri impulsi, cadendo in forme di dipendenza — dal gioco, dalle sostanze, dal sesso e bisogno costante di stimoli.
La dualità di ordine e caos è particolarmente visibile nelle persone che vibrano con l’energia del 2 o dell’11. Questi archetipi sono chiamati a sviluppare la propria sensibilità e a imparare a gestire emozioni e incertezze. È un numero che ricerca equilibrio, armonia, ma che può facilmente cadere nell’ansia o nella paura di sbagliare o di non sapere. Quando questa energia è ancora grezza, e quindi non bilanciata, può diventare eccessivamente insicura, vivendo in un limbo di spirali viziose fatte di “e se…?”, “però…”.
Nelle sue tendenze più estreme diventa il suo anti numero. Il bisogno di certezze spinge allora verso il controllo (gelosie, prepotenza, aggressività), l’accumulo eccessivo di informazioni per saperne di più (immaginate la paura di essere malati e le infinite ricerche su internet!), il tentativo di dominare l’imprevedibile.
Ma come si può riempire quel ‘vuoto’? Come possiamo padroneggiare l’equilibrio che c’è tra ordine e caos?
In realtà penso non esista un equilibrio perfetto.
Forse la vera armonia sta proprio nello sviluppare consapevolezza di sé e la propria intuizione (che è ben diversa dalle emozioni). Questo ci può portare a vedere la realtà così com’è, portando luce sui nostri punti ciechi, e ad imparare a danzare questa divina dualità mentre ascoltiamo in nostro autentico ritmo interiore.
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Citazione: Peterson, J.B. (2019c). 12 Rules For Life: An Antidote To Chaos. Penguin Books, p.43. Tradotto in italiano con Deeple.com
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