La raccolta differenziata dei rifiuti ha radici antiche ma così come la conosciamo oggi inizia intorno agli anni settanta del secolo scorso. In Italia si è iniziato a farla in modo organico a partire dagli anni novanta, con il momento della svolta che arriva nel 1997, quando il ministro Edo ronchi impone l’obbligo della differenziata, affidando ai comuni il compito di organizzarla.
Su questo tema Operaincerta ha intervistato Mario D’Asta, assessore del Comune di Ragusa con deleghe all’Ambiente, Verde Pubblico, Decoro Urbano, Transizione Ecologia e Servici Cimiteriali.

Assessore, a Ragusa quando si è iniziato a parlare di differenza?
La prima vera raccolta differenziata è iniziata con la sindacatura di Federico Piccitto, vale a dire tra il 2017 e il 2018.

E si è partiti già a pieno regime?
No, la percentuale di raccolta differenziata è cresciuta di anno in anno. Siamo partiti da un iniziale 10/15% per arrivare a circa il 70% di oggi.

A Ragusa si fa la raccolta porta a porta. Perché si è scelta questa modalità invece di, come accade in certi comuni, l’utilizzo delle campane?
Perché, in un ragionamento di raccolta differenziata, si è scelto di responsabilizzare la città e i cittadini. Utilizzando le campane chiunque avrebbe potuto conferire la propria spazzatura, anche chi non paga la Tari. Il senso della raccolta differenziata è invece quello di contrastare l’inquinamento ambientale e di creare al contempo un’economia circolare perché il “differenziato”, cioè plastica, vetro, carta e cartone e tutto quello che è appunto differenziabile, viene poi venduto o riusato, e nella cultura del riuso, i rifiuti possono diventare anche una risorsa che, di conseguenza, porta del benessere. Circa 1.200.000 mila euro che servono, ad esempio, per avere ridotto la tari del 3% l’anno scorso. E se Ragusa è al 70% il merito va tutto ai cittadini, che stanno veramente dimostrando grande responsabilità civica. Oggi siamo il capoluogo con la differenziata più importante della Regione Sicilia, e questo è motivo di orgoglio per tutti noi. Questo è stato raggiunto non perché l’Amministrazione comunale è stata brava ma perché a Ragusa c’è un substrato civico che fa suo questo tipo di cultura.

Rimane però una fetta di popolazione che continua a non differenziare.
Certamente, rimane un 30% da recuperare, e questo vuol dire che c’è una fetta di cittadini che non paga la Tari che, pertanto non ha i mastelli o famiglie che magari non fanno bene la differenziata. Se la pago ho il mastello, se non la pago non ce l’ho e quindi i miei rifiuti dove li posso buttare? Probabilmente li butto oltre il muro a secco, forse li lascio un altro posto, o magari li deposito in altri mastelli più grandi, non rispettando le regole della raccolta differenziata. È chiaro, quella fetta di popolazione “rovina” il lavoro del 70% però, ciononostante, per quanto mi riguarda, dobbiamo essere soddisfatti per quanto fatto finora perché basta fare un giro per le altre città e capire che Ragusa è tra le più pulite.

Come si fa ad arrivare al 100% di differenziata?
Certamente raggiungere quella percentuale è quasi impossibile. L’obiettivo è certamente aumentare più possibile la percentuale. Si fa, da una parte continuando a differenziare e dall’altra mettendosi alla ricerca degli evasori della Tari. È lavoro lento e difficile, che il comune sta facendo e che deve continuare a fare, ad esempio, attraverso i controlli incrociati con le bollette Enel, ma anche con gli accertamenti casa per casa. O controllando se la raccolta differenziata viene eseguita bene. Bisogna controllare il territorio anche con le telecamere di videosorveglianza. Questo ci porterà ad avere, purtroppo, un atteggiamento più duro anche perché adesso c’è una legge nazionale che prevede, per chi abbandona rifiuti, oltre che una sanzione amministrativa anche una penale. Ma la nostra azione non deve essere solo “sanzionatoria”. Per questo andiamo anche nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi perché a loro volta sensibilizzino i genitori e/o i nonni. Anche perché non c’è solo da scovare chi non paga la Tari; c’è anche da educare a fare una buona raccolta differenziata, mettendo la plastica nella plastica, la carta nella carta e via dicendo, conferendo i diversi rifiuti nei giorni stabiliti. A questo proposito abbiamo creato una app, Ragusa a raccolta, uno strumento comunicativo che sarà d’aiuto per tutti.

E chi non rispetta le regole riceve il famoso “bollino rosso” e il suo sacchetto non viene portato via.
Sì, però in questo bisogna fare un po’ gli equilibristi perché se l’immondizia non viene portata via la città di conseguenza diventa più sporca. Quindi bisogna da un lato essere severi e rischiare di avere la città temporaneamente più sporca per un periodo e dall’altro continuare ad educare i nostri concittadini perché facciano una buona differenziata. Perché il nostro intento non è quello di essere “sceriffi” quanto quello di educare.

Nel frattempo si sta lavorando a una nuova gara.
Con la quale cercheremo di superare quelle criticità che abbiamo riscontrato in questi 7 anni. Una delle novità sarà quella di consegnare sin dall’inizio un mastello per famiglia. In questo modo sarà più facile controllare chi non paga la Tari. L’obiettivo è quello di consegnare più mastelli possibili e educare alla raccolta differenziata.

Quando si farà la nuova gara?
Questo ancora non possiamo dirlo. Si tratta di una gara molto complessa, e molto costosa, la più costosa della provincia di Ragusa. Ci sono tutta una serie di passaggi burocratico-amministrativi da fare. Gli uffici interessati se ne stanno già occupando. Ma penso e spero si riuscirà a concludere tutto entro l’anno.

Parliamo di costi. Quanto spende il comune di Ragusa per la differenziata?
Il servizio costa circa un milione di euro al mese.

Quello che si differenzia viene venduto. A quanto ammonta questa entrata?
Più di un milione di euro l’anno. Ti posso dire che sul recupero della plastica abbiamo un ottimo ritorno, il comune di Ragusa è tra i migliori di tutto il sud Italia.

In questi anni di differenziata, per il cittadino c’è stato un risparmio a livello di Tari?
L’anno scorso abbiamo ridotto la Tari del 3%. Siamo tra i pochi comuni ad averlo fatto. Ma riducendo la Tari, per l’ufficio, sono subentrate delle difficoltà dal punto di vista di “cassa” o “liquidità” perché nel frattempo sono aumentati i costi dello smaltimento dell’indifferenziata. Quindi, alla luce di un’entrata minore abbiamo avuto anche dei costi in più che abbiamo cercato di colmare con i soldi del bilancio. Anche perché nel frattempo tutte le discariche che ci sono in città dobbiamo continuare a toglierle, certamente non tutte, ma dobbiamo farlo.

Adesso ti faccio una domanda che può sembrare banale ma che invece è importante: perché è necessario fare la raccolta differenziata?
Voglio lanciare un messaggio ai lettori di Operaincerta e a tutti i cittadini. Voglio dire loro che fare la differenziata, e farla anche bene, è fondamentale in quanto casa nostra non è solo quella dove mangiamo e dormiamo.  I rifiuti differenziabili possono essere riusati, venduti ed entrare dentro il circuito dell’economia circolare. Ma ancora di più in messaggio pedagogico che facciamo circolare in tutte le scuole o centri di aggregazione. Casa nostra sono anche le piazze e le strade della nostra città e dobbiamo prendercene cura, innanzitutto non sporcando.

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