
Le città più grandi degli stati occidentali (Parigi, Londra, New York, Berlino ) ma anche di quelli asiatici (Shanghay, Singapore), hanno intrapreso nel nuovo millennio un processo di profonda rinnovazione e cambiamento in nome di una “rigenerazione“ che è stata venduta come necessaria e inevitabile, che ha sì abbellito, riqualificato spazi urbani ma, in realtà, ha dimostrato nel tempo di avere avvantaggiato non gli abitanti “nativi” delle città ma i passanti, i nomadi, ed ha arricchito società immobiliari, e soggetti per nulla affezionati alla città, alla sua vivibilità, alla sua storia, al suo reale benessere.
Non più servizi per i cittadini ma valorizzazione di ogni metro quadro della città a fini di lucro. Solo adesso vediamo il vero volto di questa rigenerazione: affitti alle stelle, costo della vita aumentato in maniera spropositata e i lavoratori, quelli che portano avanti la città, costretti ad abbandonare non solo il centro ma la città stessa per stabilirsi nei centri vicini più abbordabili e vivibili. Perché nei posti che si votano al turismo non si possono dare troppe restrizioni al divertimento, alla movida, a discapito di chi la notte ha bisogno di dormire. In Italia questa competizione tra le città più votate a questo cambiamento è indubbiamente Milano che ha cominciato ad essere più attrattiva che produttiva, che già da tempo in nome della sostenibilità ha cominciato a costruire grattacieli, torri, per ridisegnare il suo skyland piatto, che ha rivalutato i suoi spazi e li ha venduti ai migliori offerenti, gente di passaggio, disinteressata al vero volto della città.
Si sente però aria si cambiamento. Gli attivisti hanno iniziato a spargere il verbo della verità. A Barcellona hanno aperto gli occhi, hanno capito che tutte queste piazze rifatte, questi alberi piantati, questa rivalutazione ambientale ed estetica non era per loro ma per i turisti e hanno iniziato ad alzare qualche barricata, ad opporsi a questa invasione turistica chiedendo limiti agli affitti brevi, ai b&b, agli orari di chiusura dei locali del divertimento.
Non è tutto sbagliato in questo processo di rigenerazione ma occorre rimodulare pesantemente le politiche per non mettere i cittadini deboli e impoveriti con le spalle al muro.
Semplice e chiaro.