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Il fado made in Sicily

Meno Occhipinti 14 maggio 2024


Il fado è un genere di musica popolare che arriva dal Portogallo. Il nome “fado” deriva dal latino “fatum”, cioè “destino”. Le canzoni fadiste raccontano di dolore, sofferenza, separazione.
Sabato 11 maggio, alla villa “Palagonia” di Bagheria (PA), nota anche come “villa dei mostri”, si è esibito il gruppo palermitano degli Alenfado. Operaincerta ha intervistato il fondatore del gruppo, Roberto Buscetta.

Roberto, ci racconti com’è nata l’idea di far nascere un gruppo fadista in Sicilia?
L’avventura nasce per “colpa” di un mio viaggio fatto nel 2000 in Portogallo. Il Italia il fado purtroppo non è molto conosciuto, qualcuno conosce Amália Rodrigues, una delle più famose fadiste, e qualcun altro si è avvicinato a questo genere grazie alla colonna sonora del film di Wim Wenders Lisbon story, scritta dai Madredeus, il gruppo che ha fatto evolvere il fado verso sonorità più moderne. Io, dopo quel viaggio, mi sono portato dentro una colonna sonora composta non solo dal fado tradizionale ma anche da tutte le sue varianti e contaminazioni, trovando immediatamente delle assonanze sia tematiche che sonore con altre culture popolari, soprattutto quelle dei sud del mondo, compresa quella siciliana. Anche perché, se ci pensi, alcune delle nostre cantanti sono delle vere e proprie fadiste che cantano le stesse tematiche, e con la stessa passionalità, che cantano le cantanti portoghesi.

Per questo motivo, stasera, avete cantato anche due canzoni di Rosa Balistreri?
Certo. Rosa Balistreri per noi è una fadista, cosa riconosciuta anche da altri, non sono da noi. Purtroppo il fado non così noto da poter diffondere con tranquillità questo binomio. E noi ci stiamo prendendo la responsabilità di portare il fado in Italia e portare la Sicilia in Portogallo.

E, a seguito di questa contaminazione, nessuno ha gridato al sacrilegio?
Nessuno. Anche perché il fado nasce già contaminato in quanto è arrivato in Portogallo con gli schiavi provenienti dalle colonie brasiliane che a loro volta venivano dall’Africa. Quindi contaminazione su contaminazione. Comunque, per noi, le contaminazioni non sono assolutamente un sacrilegio, sono, al contrario, un arricchimento. E questo vale anche per la cultura in generale. Le culture, quando si mescolano, portano ricchezza.

Cosa vuol dire “Alenfado”?
È un neologismo che ho inventato prendendo spunto dall’Alentejo, una regione portoghese il cui nome significa “oltre il Tago”, il fiume che dalla Spagna entra in Portogallo e che in portoghese si chiama Tejo. Quello che ho fatto è stato semplicemente unire la parola “alen” a “fado”, e così è venuto fuori “oltre il fado”.

Qual è il progetto degli Alenfado, degli “oltre il fado”?
Proprio quello di andare oltre il fado, oltre cioè i confini lusitani, ma anche oltre le sonorità del fado stesso, facendolo comunicare con altre canzoni popolari, tra cui la nostra. Le nostre composizioni, infatti, sono in lingua mista, o in siciliano. Spesso prendiamo brani dalla tradizione popolare e li contaminiamo. Perché noi non facciamo cover, a volte riarrangiamo o riscriviamo pezzi già esistenti. Oppure ne scriviamo di originali.

Che cosa bolle nella pentola degli Alenfado?
Naturalmente concerti, ne abbiamo tanti in programma, tra cui la partecipazione al festival del fado che si dovrebbe tenere in estate in Sardegna, e poi l’uscita, a breve, di un nostro video e la pubblicazione di un nuovo Cd.

Ci fai conoscere i componenti del gruppo?
C’è la nostra cantante, Francesca Ciaccio, poi Toni Randazzo, alla chitarra portoghese, colui che cura anche tutti gli arrangiamenti, Fabio Barocchiere, al basso acustico, Angela Mirabile, alle percussioni, ma che suona anche il glockenspiel, Mariangela Lampasona, al violino, e infine ci sono io, alla chitarra acustica. A volte si aggiunge anche Marco Pavone, un altro percussionista che arricchisce la nostra ritmica.

Meno Occhipinti

Meno Occhipinti, giornalista e scrittore, è nato a Ragusa nel 1961. È tra i fondatori di questo mensile e ha collaborato con il quindicinale La Città e con il portale di informazione Italianotizie.it
Ha pubblicato i romanzi Le parole sono chiuse (1996) e Fragili legami (1998). È stato l’addetto stampa del Padua Rugby e ne ha raccontato la nascita nel libro Ragusa Rugby, genesi di una passione (2018). Nel 2021, insieme a ‘U Gaddru, ha pubblicato Ragusa grande di nuovo, una raccolta di articoli satirici, e nel 2023 ha pubblicato Interviste, i musicanti, i teatranti, gli altri.

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