Éditions du Seuil è una delle più importanti case editrici francesi. Nata nel 1935  “sotto il doppio segno”, si legge sul loro sito ufficiale, “dell’impegno  intellettuale e del cattolicesimo sociale”, attualmente dà alle stampe  all’incirca trecento titoli all’anno, conta venti collane e, nel corso di  questi novanta anni di vita ha pubblicato diversi autori italiani, da Ariosto a  Calvino, passando per Tabucchi, Bobbio, Pasolini, Gadda e Carofiglio, solo per  citarne alcuni tra i più importanti. 
Operaincerta nei giorni  scorsi ha fatto una chiacchierata con Françoise Guyon, originaria di Grenoble,  che attualmente, per le Édition  du Seuil, si occupa della vendita dei diritti all’estero.
Françoise, hai sempre lavorato al Seuil?
                      No, il mio è stato un  percorso lavorativo non lineare, potremmo definirlo, almeno per un Paese da questo  punto di vista conservatore come la Francia, atipico. Infatti, dopo aver  concluso il mio percorso scolastico con una laurea in diritto internazionale,  ho vissuto in Olanda, in Danimarca e in Germania perché sono sempre stata  attratta dai Paesi del nord. Mi sono stabilita a Parigi solo nel 1997. All’inizio  ho lavorato per un’associazione che aiutava i giovani disoccupati a trovare  un’occupazione attraverso un progetto europeo che finanziava degli stages che  si tenevano all’estero, cosa che permetteva a chi vi partecipava di imparare  anche una lingua straniera. Dopo un paio di anni ho lavorato per una società  che aveva come scopo quello di reclutare personale specializzato nel commercio  o nell’ingegneria per delle grandi aziende internazionali. Ho fatto questo per  cinque anni, fino a quando, cioè, la società non ha chiuso. Il mio sogno era sempre  stato però quello di lavorare nel mondo dell’editoria, così ho colto  l’occasione al volo e mi sono iscritta a un master universitario. Poiché mi  sarebbe piaciuto occuparmi dei diritti per l’estero, ho scelto proprio quello  che aveva quell’indirizzo. Terminato il master, sono arrivata al Seuil. Adesso  sono vent’anni che lavoro qui.
Di cosa ti occupi?
                      Mi occupo, appunto, della  vendita dei diritti dei nostri libri all’estero. Nel mio servizio siamo in sei,  oltre a una direttrice, e ciascuno di noi cura una specifica zona geografica.  Io mi occupo della vendita dei diritti dei nostri libri alle case editrici  italiane da poco più di un anno, ma curo anche la vendita per la Germania, per la  Scandinavia, per i Paesi baltici e per alcuni Paesi dell’est europeo. Prima, per  15 anni, ho avuto anche l’incarico di seguire l’Asia, ma adesso quella zona è  passata a una collega perché il mercato italiano è un mercato molto dinamico e  gli editori italiani comprano molti dei nostri libri.
Che genere di libri pubblica Seuil?
                      Pubblichiamo un po’ di tutto,  non siamo specializzati in un genere particolare, ma abbiamo un ottimo catalogo  di saggistica. Però non tutto ciò che pubblichiamo è “esportabile” perché  spesso sono libri che si occupano di affari interni alla Francia, attualità o  politica che sia, e questi sono libri che non “viaggiano”.
Cosa fai in pratica?
                      Una volta che Seuil sceglie di  pubblicare un titolo, io lo leggo e poi devo decidere a quale editore straniero  proporlo. Gli invio il pdf e una breve scheda di presentazione, cercando di  attirare la sua attenzione su quel libro perché l’editore straniero lo legga e  se ne interessi. Inviamo tutto ciò per email ma purtroppo ormai siamo così  sommersi da tante mail che il rischio che si corre è che l’editore a cui  proponiamo il nostro libro cestini la mail senza nemmeno aprirla. Per questo  organizziamo anche degli incontri con gli editori stranieri, sia invitandoli  nella nostra sede, sia andando ad incontrarli in occasione delle diverse fiere  del libro che si tengono in giro per l’Europa. Dopo di che, una volta ricevuta  la richiesta di pubblicazione da parte di un editore straniero, lavoro alla  negoziazione dei diritti e successivamente al contratto da proporre. 
Quanti dei vostri libri riuscite a vendere ogni anno  in Italia? In quale lingua sono tradotti la maggior parte dei vostri titoli?
                      Nel 2023 gli editori italiani  hanno acquistato una sessantina di nostri titoli [Operaincerta editore ha “dato  il proprio contributo” acquistando i diritti di pubblicazione dei libri di  Aristide Barraud (Mais je ne sombre pas, Ma non affondo nella versione  italiana) e di Baky Meité (Les chiffons  bues, Gli stracci blu nella  versione italiana), ndr]. Lo spagnolo, evidentemente perché ha il mercato più  vasto, tra Spagna e Sud America, è invece la lingua più tradotta. A seguire c’è  il cinese e poi l’italiano.
Lavori in quella che potremmo definire una “fabbrica  di libri”. Ti piace leggere?
                      Per lavoro sono “costretta” a  leggere molto. Leggo quasi tutto ciò che pubblichiamo perché se devo proporre i  nostri libri agli editori stranieri devo sapere che cosa sto proponendo. Ma amo  leggere anche per me stessa e nei weekend cerco, nei limiti del possibile, di  seguire l’attualità letteraria e di tenermi aggiornata su ciò che viene  pubblicato altrove. Anche per cercare i libri che hanno un successo  internazionale e che potrebbero interessare il mio editore. Questo è però un  lavoro infinito e mi servirebbero giornate di 72 ore.
Qual è la tua opinione sugli ebooks?
                      Personalmente non li amo  molto, anche se però utilizzo Kindle per leggere quelli che mi servono per il  mio lavoro, visto che devo farli prima che vengano stampati. Quando invece  leggo per il mio piacere personale lo faccio solo su libri in versione  cartacea. Seuil, quando cede i diritti agli editori stranieri, il più delle  volte cede i diritti sia per il cartaceo che per gli ebook. Saranno poi gli  editori a scegliere se pubblicare anche la versione digitale. Quindici o venti anni  fa temevamo questo mercato, avevamo paura che fosse l’inizio della fine per le versioni  cartecee, ma con il tempo ci siamo resi conto che il digitale non avrebbe  compromesso la vendita dei libri in versione cartacea perché la vendita degli  ebook è rimasta modesta, molto inferiore a quella dei libri tradizionali.
Quanto vende un ebook rispetto al proprio “fratello  maggiore”?
                      È difficile stabilirlo in  modo assoluto. Diciamo che, se un libro cartaceo vende molto, in proporzione  vende molto anche quello digitale. Ma l’ebook non ha “cannibalizzato” il  cartaceo. Quella che invece in questi anni è in forte crescita è la vendita  degli audiolibri, una “moda” che arriva dai paesi nordici, dalla Scandinavia, dove  se ne vendono tanti e sono commercializzati da molto tempo. Da noi, in Francia,  inizia a diffondersi solo adesso.
Com’è cambiato il mercato dei libri in questi ultimi  venti anni?
                      In questo ventennio la cosa  che salta più agli occhi è l’aumento vertiginoso della produzione letteraria. Si  pubblicano tanti libri, forse troppi, e questo malgrado il costo della carta in  questi anni sia aumentato di tantissimo. Di conseguenza la vita di un libro si  è accorciata di molto. Ormai, nelle vetrine delle librerie, ci sono degli “ingorghi”.  In Francia le cose vanno un po’ meglio che altrove grazie alla politica del “prezzo unico”,  alla nostra tradizione culturale e alla diffusione capillare delle librerie  indipendenti. Ma le vetrine non sono allungabili e i librai ricevono sempre di  più libri e devono di conseguenza fare spazio ai nuovi arrivi togliendo dalle  vetrine e dai banconi quelli “vecchi”. È come per i film, che ormai restano  nelle sale solo per una settimana per poi lasciare il posto alle nuove  pellicole. 
Ma almeno, pubblicando più libri, anche le vendite saranno  cresciute…
                      In realtà le vendite sono  diminuite. Solo alcuni titoli vendono molto, in genere sempre gli stessi  autori. Gli altri invece vendono meno rispetto a prima. Diciamo che c’è un  grande scarto tra i libri che vendono e gli altri. Di conseguenza anche la  vendita dei diritti all’estero sta diventando sempre più difficile. Caso a  parte è l’Italia. Gli editori italiani continuano a comprare i diritti per i  nostri libri. Probabilmente perché le nostre culture sono molto vicine, così  come le nostre sensibilità. C’è una grande affinità culturale tra i nostri due  Paesi. 
Ti piace l’Italia, conosci la Sicilia?
                      L’Italia mi piace tanto e ho  la Sicilia nel cuore. Vi sono stata in vacanza diverse volte, l’ultima una  decina di anni fa, e ho voglia di ritornare.
E allora, Françoise, ti aspettiamo…
                    Grazie, verrò a trovare.
                
                            Meno Occhipinti, giornalista e scrittore, è nato a Ragusa nel 1961. È tra i fondatori di questo mensile e ha collaborato con il quindicinale La Città e con il portale di informazione Italianotizie.it
Ha pubblicato i romanzi Le parole sono chiuse (1996) e Fragili legami (1998). È stato l’addetto stampa del Padua Rugby e ne ha raccontato la nascita nel libro Ragusa Rugby, genesi di una passione (2018). Nel 2021, insieme a ‘U Gaddru, ha pubblicato Ragusa grande di nuovo, una raccolta di articoli satirici, e nel 2023 ha pubblicato Interviste, i musicanti, i teatranti, gli altri.
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