Via De Grasperi, 20 - 97100 Ragusa +39 348 2941990 info@operaincerta.it

Il rettangolo di gioco

Meno Occhipinti 14 febbraio 2024


Chi, ascoltando l’espressione “rettangolo di gioco”, non ha pensato che si stesse parlando di un campo di calcio, di rugby o di qualunque altro sport che si pratichi su un campo in erba? Certamente pochi. E tutti, quando pensiamo al “rettangolo di gioco” pensiamo a un bel campo in erba naturale, ben curato, senza zone spelacchiate e con le linee che segnano il campo ben evidenti. Qualunque sia lo sport che vi si pratichi. In realtà non è sempre stato così, e non lo sarà sempre di più.
Da piccolo andavo con mio papà al campo Enal a guardare le partite del Ragusa, parliamo di calcio. Eravamo a cavallo tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta, e quel campo era un “rettangolo” in terra, l’erba la guardavano solo in tv quando la domenica sera trasmettevano il secondo tempo di una partita di serie A e il verde potevamo solo immaginarlo perché i televisori erano ancora in bianco e nero.
Poi a Ragusa hanno costruito nuovo stadio in contrada Selvaggio, dove si è trasferita la squadra di calcio, e quel campo in terra è diventato la casa del Padua Ragusa Rugby, anche se, nel corso degli anni, per alcune importanti partite, l’Aldo Campo ha ospitato anche il rugby.
Questo fino a quando, quasi un ventennio fa, anche Ragusa ha avuto uno stadio, in via della Costituzione, dedicato esclusivamente al rugby, con il suo bel terreno in erba naturale.
Un campo in erba, però, si sa, ha bisogno di continua manutenzione, soprattutto se vi si gioca a rugby. E il terreno di via della Costituzione, nel giro di poco si è ritrovato ad assomigliare a quello del vecchio Enal. E su quel campo, in quelle condizioni, i rugbisti iblei hanno continuato ad allenarsi e a giocare.
Un paio di anni fa, quel “rettangolo che era stato verde” finalmente è tornato ad essere verde, anche se di un verde sintetico.
Per realizzare un campo in sintetico per il rugby, sì perché a seconda dello sport che vi si deve praticare il tipo di materiale utilizzato cambia, occorrono molti soldi, si parla di circa 200.000 euro, contro poco più della metà per uno in erba naturale. Però, a fronte di una spesa non indifferente per la sua realizzazione, il risparmio, nell’immediato, arriva sia dai costi di manutenzione, circa 5.000 euro annui per il sintetico, il doppio per il naturale, sia dalla possibilità di poter utilizzare il campo in sintetico, almeno teoricamente, senza limiti di orario né di clima.
Ma com’è giocare su un campo in erba naturale rispetto a uno in sintetico?
Tutti i giocatori che abbiamo interpellato, questa è una ricerca che evidentemente non ha nessun valore statistico, sono concordi nel dire che il campo in erba sintetica sia una superficie molto veloce perché si tratta di un fondo che favorisce l’effetto “rimbalzo” del piede.
Per tanti, però, il sintetico non è molto adatto al rugby perché si ha bisogno di appoggi forti, stabili, profondi, aspetti che mancano nei campi in erba non naturale.
E poi, essendo una superficie più dura, rispetto al campo in erba naturale, i traumi alle articolazioni delle ginocchia e delle caviglie sono molto frequenti, così come di conseguenza frequenti sono gli infortuni e a medio termine, il sintetico fa male alla schiena e ai tendini.
Il sintetico non è molto amato soprattutto dai giocatori di mischia perché secondo loro ostacola la mobilità della caviglia.
E allora? Meglio tornare al campetto di terra battuta o a quello in erba spelacchiata? No, perché da qualche tempo si stanno sempre di più realizzando campi misti, ibridi, con una parte di erba naturale e l’altra di sintetico.
Quindi è proprio vero, “in media stat virtus”, la virtù sta nel mezzo.

Foto di Tracy Jane Shaw, Pixabay

Meno Occhipinti

Meno Occhipinti, giornalista e scrittore, è nato a Ragusa nel 1961. È tra i fondatori di questo mensile e ha collaborato con il quindicinale La Città e con il portale di informazione Italianotizie.it
Ha pubblicato i romanzi Le parole sono chiuse (1996) e Fragili legami (1998). È stato l’addetto stampa del Padua Rugby e ne ha raccontato la nascita nel libro Ragusa Rugby, genesi di una passione (2018). Nel 2021, insieme a ‘U Gaddru, ha pubblicato Ragusa grande di nuovo, una raccolta di articoli satirici, e nel 2023 ha pubblicato Interviste, i musicanti, i teatranti, gli altri.

Contatti

Via De Gasperi, 20
97100 Ragusa

info@operaincerta.it

+39 3482941990

I nostri link

© Operaincerta. All Rights Reserved. Designed by HTML Codex