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51 poesie monelle da piantare o per piantarla

Vincenzo La Monica 14 febbraio 2024


Quando la pianteranno i poeti di scrivere versi che (quasi) nessuno leggerà?
Come per la scomparsa della api, quel giorno ininfluente per i librai, annuncerà una qualche apocalisse per il genere umano. E sarà comunque una soluzione.
Nell’attesa, per tutti i lettori di versi (questi apicoltori capaci di gridare un evviva alla vita così com’è o come la raddrizza un verso) suggeriamo un nome e un titolo: Nina Della Santa e Monellerie. Autrice al debutto la prima; volumetto di 51 poesie monelle scritte tra il 2011 e il 2022 e pubblicato da Le Fate, il secondo.
La monelleria, in questa raccolta, è uno dei tanti possibili travestimenti indossati dallo spirito della Poesia, che, servendosi dell’autrice, s’agghinda di volta in volta ad arlecchina, funambola, marinaretta, invertebrata, pupastra.
Ma per giocare con la pesantezza delle cose del mondo occorre la leggerezza di chi è abituato a farsi gioco della gravità: solo così i cambi di registro diventano serissimi divertimenti che mutano e rinnovano gli equilibri sul filo percorso dall’autrice funambola “sporca di tutti i colori”. Con un uso dell’ironia che serve a collocarsi alla giusta distanza per invitare il pubblico nei suoi saliscendi.
Ma perché non leggere almeno la poesia manifesto, tra il selvatico e il salvifico, della raccolta?
Torna a casa
in abiti da caccia
Soddisfatta la pupastra
Unghie sporche ma limate
Denti bianchi che sorridono
stringendo il coltello a filo
Tira fuori il cosciotto
la maionese
e le carotine glassate
La tavola apparecchiata
perfetta per quel vecchio trucco
di farla saltare
Mette in un vaso gli asparagi
In un altro gli anemoni
Stappa una birra
e leva gli stivali
Accende la luna
parte il grammofono
e lei si accomoda
su un seggiolone 81x44x129
Gambe incrociate
bavaglio per mangiare
Precariamente stabile
In perfetta posizione

I versi sono tutti giocati su ossimori e contrasti, rimandi e strizzate d’occhio, golosità bambine e dita ficcate nel vaso di Pandora – prima donna che gioca a nascondersi per il gusto di farsi cercare e trovare – da cui sono fuggiti tutti i mali del mondo e anche la speranza, ma al cui fondo forse c’è ancora un cioccolatino. O una rima, che è lo stesso. E mentre i più tra noi vivono un’esistenza in cui le energie vengono cannibalizzate da smartphone e competizione, la monella e trova infallibilmente tempo e spazio per scorpacciate di asparagi, nuvole e poesie, queste ronzanti bestiole divoratrici di petali e di anime. Finché durano…

Vincenzo La Monica

Vincenzo La Monica è un operatore della Caritas di Ragusa dove si occupa di mobilità umana e dell’Osservatorio delle povertà. Ha pubblicato nel 2021 La scomparsa misteriosa e unica di Franco Battiato (La Vela editore) scritto a quattro mani con Giuseppe Piccinno. Sempre con Piccinno gestisce il blog di delicatessen letterarie ivandekerkhof.it. che ospita idee, vignette, memorie, raccontini e scorciatoie pensate e scritte a quattro mani. Nel 2022 ha pubblicato Palla a due (Abulafia editore) una dichiarazione di quasi amore per la pallacanestro e la sua città.

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