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Trasformare la fascia trasformata

Vincenzo La Monica 14 febbraio 2024


Da due anni il Progetto TFT – Trasformare la Fascia Trasformata opera per innescare processi di cambiamento a favore di lavoratori e lavoratrici agricoli. Tra le sue azioni c’è anche un’attenzione verso l’ambiente con la certezza che ANCHE in una terra che di recente è stata indicata come una potenziale nuova terra dei fuochi, il cambiamento è possibile e deve partire dall’esempio di aziende virtuose.
Durante un convengo che ha avuto come tema “Ambiente, salute e riqualificazione della fascia trasformata – Rischi e opportunità per le imprese agricole” gli intervenuti hanno potuto ascoltare le testimonianze di Paola Gurrieri, Antonio Cassarino, Gaetano Nicosia, Lorenzo Cannella e Riccardo Gentile, tutti agronomi o imprenditori del ragusano e tutti con buone prassi ambientali da proporre alle aziende come modelli virtuosi.   Paola Gurrieri in rappresentanza de “La mediterranea” ha parlato della sua azienda di Acate,  che è estesa su quasi 100 ettari di superficie e che ha dato “forma e sostanza alla sostenibilità sia sociale che ambientale”. La Mediterranea ha minimizzato l’uso di acque per l’irrigazione, attraverso il recupero delle acque meteoriche e della condensa dei vetri delle serre che confluiscono in bacini di raccolta dove l’acqua, filtrata, viene riutilizzata. Per non disperdere nulla, al posto del terriccio, è stato proposto il reinserimento di scarti di lavorazione anche in funzione della tutela del suolo. I fiori prodotti sono imballati in contenitori riciclabili e sono stati ridotti i fitofarmaci con trattamenti non a calendario ma al bisogno. L’azienda ha persino preceduto il Comune di Acate nella differenziazione dei rifiuti. Così come all’avanguardia è la realizzazione di due comunità energetiche, già operative.
Antonio Cassarino, presidente del distretto orticolo Sud est Sicilia ha raccontato l’inizio del suo cambiamento. “Nel  2012 ho deciso di investire i primi soldi per costruire due case per gli immigrati che lavoravano nella mia azienda. Finito di lavorare andavano a dormire in garage o in tuguri, così ho deciso di dare loro una casa per fornirgli la dignità di un alloggio.” Poi il secondo passo: “Con le case a tre metri dalle serre mi sonno posto il problema della loro salute; se avessi continuato a utilizzare i prodotti che allora si utilizzavano li avrei uccisi; così ho sostituito agro farmaci impattanti per l’uomo con altri prodotti: poi ancora, con il tempo ho sviluppato l’attitudine a differenziare i rifiuti agricoli e cercare una soluzione per quelli più difficili da smaltire: polistirolo e la cosiddetta fratta, cioè i resti delle colture. Così nasce il filo reggi grappolo in amido di mais che sostiene la pianta al posto del filo di plastica”. Ma Cassarino non è fermato a questo. Ha pensato di sottoporre all’Università di Catania un progetto, da estendere ad altri agricoltori, per valutare la compostabilità della biomassa. E così la fratta si compostava riducendo la biomassa del 97 per cento e dopo 3 mesi poteva essere utilizzata nel terreno. “Passi avanti rispetto alle fumarole no?” ha chiuso il suo intervento Cassarino.
Rifiuto zero anche per il centro Seia; Gaetano Nicosia agronomo, ha progettato un sistema per Sis centro Seia, azienda che si occupa di produzione di piantine ortive da semenzale. “La ditta produceva 400 tonnellate l’anno di pet, che ogni anno si traduceva in un costo di smaltimento di circa 400mila euro. “La Sis ha chiesto soluzione e l’abbiamo trovata. Granuliamo il pet e riutilizziamo sempre la stessa materia per produrre sempre le stesse seminiere. Le seminiere vengono ripulite, granulate e portate in un impianto al nord che riproduce la pellicola in pet e ce la riconsegna ristampata, pronta per la nuova produzione di ortive su seminiere. Nel riuso e recupero abbiamo annullato la produzione di rifiuti”. 
Lorenzo Cannella presidente di Confagricoltura giovani Ragusa pensa al futuro e racconta come emerga dal gruppo la volontà di agire. “Da qualche anno abbiamo costituito un gruppo per portare aventi prima di tutto un’idea di rete che ci aiuti a trovare soluzioni. Ricerca e tecnologia, innovazione e soluzioni ci sono e sono molto più avanti di quanto immaginiamo. Ma il problema siamo noi, esseri umani, non agricoltori. Serve informazione e metodo; dobbiamo solo cercare di essere catalizzatori di pratiche che già ci sono, condividerle e essere capaci di comunicarle”. Uno dei giovani del gruppo, Riccardo Gentile, ha avviato una serie di tavoli tecnici e conosciuto macchinari che potrebbero essere usati per lo smaltimento della fratta. “Esiste un macchinario – ha raccontato - in grado di produrre compost dalla fratta: è un reattore di compostaggio, tratta tra le 400 e 1500 tonnellate l’anno, non emana odori, non rilascia percolato e la quantità di acque di trattamento, per tipologia, può essere fatta confluire in fogna. Il macchinario è modulare“
Al termine dell’incontro un appello, strettamente legato all’attualità e che viene lanciato da Paola Gurrieri: “il mondo agricolo vive un disagio comune, in anni difficili da pandemia e conflitti: andrebbe rivista la politica agricola europea. Ambiente e produzione andrebbero messe sullo stesso piano sempre nella strada della sostenibilità di sistema. La coesione è chiave di sostenibilità da attuare anche con altri attori economici, finanziari, istituzionali, capitalizzando le basi per una nuova crescita sostenibile”. La conclusione riporta al confronto “Così come la chiesa di papa Francesco – dice l’imprenditrice -gli imprenditori devono essere donne e uomini in uscita, aperti al confronto con ciò che è diverso, disponibili al confronto che spesso implica momenti di scontro e di dialettica. La sostenibilità non è un percorso semplice dritto e ascendente che va verso il bello assoluto. Bisogna confrontarsi e anche sbagliare ma intuire con gli atri il cambiamento che è già in atto”.

Vincenzo La Monica

Vincenzo La Monica è un operatore della Caritas di Ragusa dove si occupa di mobilità umana e dell’Osservatorio delle povertà. Ha pubblicato nel 2021 La scomparsa misteriosa e unica di Franco Battiato (La Vela editore) scritto a quattro mani con Giuseppe Piccinno. Sempre con Piccinno gestisce il blog di delicatessen letterarie ivandekerkhof.it. che ospita idee, vignette, memorie, raccontini e scorciatoie pensate e scritte a quattro mani. Nel 2022 ha pubblicato Palla a due (Abulafia editore) una dichiarazione di quasi amore per la pallacanestro e la sua città.

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