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Piantiamola!

Antonio La Monica 14 gennaio 2024


Primi giorni autunnali di un anno in cui le mezze stagioni sono già scomparse da un pezzo.
Il tempo libero dei bambini è già qualcosa da scongiurare riempendo le loro agende di attività più o meno varie. Io non mi sottraggo a questa barbarie e conduco, suo malgrado, mia figlia ad un incontro in una libreria della città.
Una bravissima animatrice intrattiene 20 simpatici nanerottoli raccontando loro storie dal vago sapore autunnale. Le luci sono accese in questa saletta comunque piccola. In me sorge un disagio che non so spiegare neppure a me stesso. Poi tutto diventa più chiaro quando l'animatrice tira fuori dalla borsa alcune foglie secche e le sparge nel pavimento della libreria.
I bambini finalmente possono vedere l'autunno e l'effetto che fa.
Mi viene letteralmente da piangere e vi spiego perché: noi viviamo in un territorio abbastanza rurale, con notevoli zone di campagna nei pressi delle abitazioni, con carrubi e ulivi secolari, con una varietà di piante più che discreta. Che ci facciamo tutti lì chiusi in una libreria?
Perché, visto che tra le altre cose il clima da queste parti è gentilmente mite, non siamo tutti fuori, all'aria aperta? Perché non la piantiamo di rendere artificiale tutto quello che dovrebbe essere naturale.
Il momento ludico ha una fine, i genitori pagano la loro quota, i bambini sorridono per la momentanea libertà appena raggiunta e mi fanno tanta pena!
Io prendo mia figlia e i miei sensi di colpa e li porto in campagna, a vedere gli asinelli, quelli veri, a respirare l'aria carica di letame e a calpestare le foglie appena cadute sulla terra fresca.
Io non amo la campagna, ma in quel momento realizzo quanto merito abbiano gli uomini capaci di piantare un albero in più, nel difendere dal cemento ogni centimetro d'erba.
Mi dico sottovoce: piantiamola di non rispettare il verde, piantiamola di pensare che l'artificiale possa essere più bello del naturale. Piantiamola di far finta di non vedere l'evidenza: un mondo come quello che stiamo sviluppando crea malessere, ci allontana da noi stessi e dagli altri.
Allora piantiamola la speranza che qualcosa possa cambiare, piantiamo semi di cose belle, radici di alberi carichi di frutta e promettenti di ombra e di ossigeno. Ne abbiamo bisogno. Buona lettura cari amici.

Foto di Komrakovav, da Pixabay

Antonio La Monica

Operatore del sociale, referente per la comunicazione per il mio ente di lavoro, giornalista per iscrizione all'albo da alcuni anni. Appassionato di musica e family man per vocazione. Da un po' di tempo in linea con l'idea che da grande vorrei continuare a svolgere ancora a lungo tutte queste mansioni.

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