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Buon viaggio

Antonio Barone 14 gennaio 2024


I primi giorni di ogni nuovo anno sono quelli pieni di propositi, progetti, speranze, mentre gli ultimi giorni dell’anno passato, si sa, vengono dedicati generalmente a fare un “consuntivo” dell’anno che sta per chiudersi, a tirare le somme di quello che di buono o di cattivo il 2023 ci ha riservato. Un anno che tutti, come sempre, avevamo caricato di aspettative, di speranze, di progetti che sono stati delusi, stravolti, rinviati nella migliore delle ipotesi. E allora con il nuovo anno ricorriamo ancora una volta ai sogni, precorriamo i tempi con le aspettative di quello che non ci è stato “donato” e lo riversiamo fiduciosi nel 2024.
È innegabile che l’anno appena finito non è stato per nulla facile: il secondo anno del conflitto bellico in Ucraina; l’esplosione drammatica e cruenta della crisi  in Medio Oriente, con l’attacco di Hamas ad Israele, il 7 ottobre scorso, e la violenta risposta da parte di Israele nella Striscia di Gaza (con i ripetuti appelli al “cessate il fuoco” e la ricerca di una  soluzione diplomatica che porti alla pace, da parte dell’ONU, del Papa e degli altri organismi internazionali); gli altri focolai di tensione internazionale nel continente africano come in Estremo Oriente; il perdurare della crisi economica nel nostro Paese, come in tanti altri paesi nel mondo; i continui sbarchi di immigrati a Lampedusa e lungo le coste del nostro Mediterraneo, con le numerose vittime innocenti che hanno visto “annegare” il loro sogno di un futuro migliore, lontano da guerre, fame, povertà.
Ma c’è qualcosa di positivo, ancora una volta, che il 2023 mi ha dato: ciò che io chiamo il “tempo ritrovato”, il tempo di sapersi fermare e ricercare quello che di buono quei 365 giorni mi hanno donato e portarlo con me nel nuovo anno come “esperienza di vita”, come momento di crescita interiore, come possibilità concreta per essere un po’ migliori.
In questo 2024 voglio poter ritornare alle cose autentiche, ai rapporti interpersonali, forse per troppo tempo trascurati, alla riscoperta dei sentimenti più sinceri e veri, come l’amicizia, l’amore, il perdono.
Un evento improvviso, inaspettato: un infarto che mi ha colpito nella notte del 4 dicembre scorso sembrava volermi privare della mia semplice, quasi scontata, “quotidianità”, derubarmi del “mio tempo”, ma, come mio solito, superato quel momento così difficile, ho cercato di cogliere ciò che di buono ha potuto offrirmi la malattia e andare avanti più forte di prima, motivato da altre consapevolezze, certo delle mie capacità.
E allora, mi dico che alla fine non ho motivo per cui lamentarmi dell’anno passato; mi ha offerto quel poco o tanto che aveva da darmi: intanto sono qui a parlarne!  Ho accanto tutte le persone care e che amo; ho un lavoro che amo e che tra mille difficoltà mi gratifica come persona e come “professionista”; ho l’affetto dei miei studenti, la stima dei loro genitori e dei colleghi; ho la fortuna di avere delle carissime amiche e dei carissimi amici.
Per tutto questo, col sorriso sul viso e con la speranza nel cuore affronterò questo nuovo anno, augurando a me e a voi, lettrici e lettori, BUON VIAGGIO!

Foto di Gerd Altmann, Pixabay

Antonio Barone

Vive a Licodia Eubea, piccolo centro della provincia catanese, nel comprensorio dei Monti Iblei. Da 35 anni lavora nel mondo della scuola come docente di materie umanistiche nei licei. Scopre la scrittura durante gli anni universitari, come naturale espressione del proprio mondo interiore e della relazione con l’Altro, alternando la scrittura poetica a quella dei racconti. Ha curato, inoltre, la prefazione e la presentazione di numerosi libri e la realizzazione di numerose mostre.

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