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Il sorriso messicano

Alexa Legorreta 14 dicembre 2023


L'uomo soffre così terribilmente nel mondo che è costretto a inventare il riso.
Friedrich Nietzsche

 

A volte si parla dei messicani come di un popolo caloroso e felice. Americani ed europei pensano che viviamo sotto un sole intermittente e che ogni giorno sia estate. Confondono il Messico con Cancun o Los Cabos, o qualche altra spiaggia paradisiaca molto estranea ai veri usi e costumi del paese.
È vero, alcuni messicani sono profondamente radicati nei precetti morali giudaico-cristiani. Portano come bandiera la Nostra Beata Vergine Madre di Guadalupe e, dopo, la bandiera tricolore. Per altri viene prima la patria e poi la gastronomia nazionale. Il messicano abbraccia, bacia, accompagna, aiuta senza aspettarsi nulla in cambio. Condividiamo amore e felicità. Perché sì, hanno ragione a descriverci come “calorosi”; dalla pelle al profondo del cuore, noi lo siamo.
Ma sfortunatamente non tutto è festa e divertimento. No: non fa caldo tutti i giorni, né andiamo in spiaggia, né mangiamo “burritos”, né Città del Messico o Monterrey sono come Cancun. Il Messico porta con sé una serie di ferite difficili da rimarginare e delle quali è difficile per noi parlare.
Dalle guerre e dai conflitti armati più dolorosi della Rivoluzione Messicana alla guerra del governo contro il narcotraffico, il Messico ha pianto, sanguinato e cercato di sanare un dolore sulfureo e latente che, in un modo o nell'altro, si calma quando decide di chiudere i suoi occhi.
Non vittimizzerò mai le vittime di questi conflitti. Per non parlare della tristezza e del nervosismo che mi fa provare l’essere donna in questo Paese di 112.000 scomparse e 426 femminicidi all’anno. La violenza latente, come in qualsiasi altro paese dell’America Latina, non dovrebbe invalidarci come esseri umani. Siamo un popolo felice, ma è stato anche difficile ricostruire noi stessi e andare avanti per trovare quella felicità, anche se momentanea.
Forse per uno straniero in Messico è curioso camminare per strada e chiedersi: Perché i messicani sorridono così tanto? Perché i messicani sono così amichevoli e calorosi? Da dove viene tanto amore se da Hollywood ci dipingono come “indios” con zarape e grandi cappelli adagiati accanto un cactus?
Ebbene... per alcuni, in certi momenti le lacrime finiscono e sono costretti a ridere. Per la maggior parte dei messicani – il mio paese, la mia gente – una nuova alba è il candore del nostro grande sorriso.

Foto di Michelle Raponi, Pixabay

Alexa Legorreta

Originaria di Nuevo León, Messico. Laureata in Arte Teatrale presso l'UANL (2011). Autrice del podcast erotico Insaziabile (CDMX 2022 - oggi.) Regista in Figli di Nessuno Teatro (CDMX 2018 - 2020). Premio Nazionale di Drammaturgia Victor Hugo Rascón Banda 2015. Ha collaborato per la rivista Confabulario, supplemento culturale di El Universal. Autrice del libro Circo Inferno (2015). Premio Bellas Artes Baja California di Dramaturgia 2013. Produttrice scenica del Sublimes Teatro (Monterrey 2011 - 2013). Ha partecipato al Corso di Creazione Letteraria 2012 Capitolo: Monterrey per la Fondazione per le Lettere Messicane e l'Università Metropolitana di Monterrey (2012).  Ha fondato il gruppo Voces in Verso (Monterrey 2007-2009). Ha vinto il primo concorso di fiabe al Café Brasil (Monterrey 2011), con l'opera Minuto Royale. Due delle sue opere teatrali sono state presentate come letture drammatiche all'interno del Festival Internazionale del Teatro UNAM 2014 e 2015. Ha partecipato a incontri di poesia sia nel suo paese che all'estero. Parte della sua opera poetica è stata pubblicata in antologie e riviste fisiche e virtuali di Argentina, Spagna, Panama, Colombia e Messico.

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