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Ottanta/novanta

Federica Tribastone 14 settembre 2023


Siamo nel III millennio, un periodo in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante, in cui si sono affermati i social network, in cui è possibile portare il telefono, o per meglio dire lo smartphone, ovunque grazie all’abolizione dei fili, per non parlare delle macchine che non vanno più solo a benzina ma sono anche ibride o elettriche… non appena abbiamo messo piede nel nuovo millennio sono cambiate molte cose che hanno portato notevoli vantaggi alla vita quotidiana dell’uomo. Ma nonostante i benefici portati avanti dal progresso, perché guardiamo al passato con nostalgia? Perché si parla sempre di come si stava bene negli anni ottanta e novanta? Perché, moda e musica, che sono campi visionari in cui si può sperimentare, si rifanno sempre alle mode e alle melodie di quegli anni?
Negli anni ottanta, il panorama musicale era pronto per accogliere artisti con la A maiuscola come il leggendario Micheal Jackson, la nuova promessa della musica Madonna e gruppi musicali come i Rem e i Duran Duran. Dal pop al punk, per poi passare al rock leggero fino a toccare la musica elettronica, era un continuo evolversi verso l’ignoto. Gli artisti scrivevano vere e proprie poesie, sprigionavano attraverso la musica i propri sentimenti, per non parlare dell’energia che mettevano durante i concerti per far in modo che quel momento potesse essere unico.
Nel campo della moda, gli stilisti puntavano all’eccesso. La parola d’ordine era: Osare. Colori stravaganti, paillettes brillanti, giacche oversize con spalline e jeans strappati; questi sono gli abiti che indossavano le modelle che calcavano le passerelle di tutto il mondo e che venivano racchiusi nelle riviste di moda più glam.
Gli anni novanta, invece, possiedono note più rozze e “sporche” per lo meno quello che riguarda la musica. Nasce il rap, l’alternative rock, l’hip hop prende sempre più piede e si affermano diverse band come le Spice Girls e i Backstreet Boys; diversi cantanti come Britney Spears, Shakira, Jennifer Lopez e tanti altri. Gli artisti nati nel decennio precedente, invece, fungono da modelli per le nuove leve e i loro nomi risuonano in tutte le radio e nei nuovi programmi televisivi.
La moda, se da un lato mantiene alcune caratteristiche del decennio precendente, dall’altro si modifica. I jeans diventano a vita alta, vengono mantenute le giacche oversize, vengono prediletti i colori più tenui a quelli audaci e la sottoveste diventa un must have per uscire il sabato sera.
Dopo aver fatto un passo indietro nel passato, non vi sembra che negli anni 2000, anzi specifico, negli ultimi quindici anni, artisti e stilisti non abbiano ripescato alcuni trend in voga nell’ultimo ventennio del Novecento? Ebbene sì.
Tralasciando il fatto che oramai sono le influencer a far moda e non le modelle, gli abiti indossati o proposti sono un ritorno a quegli anni. Ci sono colori audaci, paillette, giacche oversize con spalline, jeans strappati e vita alta, sottovesti di ogni colore e di ogni lunghezza utilizzati come abiti da sera super chic. Si è, inoltre, nell’ultimo periodo rispolverata l’arte dell’uncinetto, moda che ha portato a riprendere i vecchi ferri della nonna e a realizzare: borse, top, pantaloni e gonne.
Nell’ultimo decennio la musica è andata indietro. I Dj modificano canzoni esistenti e costruiscono attorno ad essere nuove melodie come David Guetta e la sua Baby don’t hurt me. Se l’ascoltate bene non potete non pensare a What is love di Haddaway, successo del 1993 che ha fatto ballare chiunque già dalla prima strofa.
Artisti di nuova generazione come Dua Lipa che ha collaborato con la stella della musica soft rock anni settanta-ottanta Sir Elton John, è riuscita ad assemblare, con l’aiuto del duo australiano PNAU in veste di produttori, in una sola canzone, quattro successi di Elton John. Ha proposto al pubblico Cold heart ricreando un’atmosfera disco in nome dei bei tempi andati.
Riguardare al passato e grazie a quello costruire nuove rivisitazioni come viene interpretato? Come mancanza di idee? Carenza di curiosità? Diminuzione del desiderio di sperimentare? Oppure il passato potrebbe essere considerato come un porto sicuro e di conseguenza potrebbe portare a pensare: ma se quella hit o quello stile è stato un successo negli anni passati perché non riproporlo cambiando le sfumature e lasciando intatta la base?
Si crede anzi si afferma che non solo quegli anni ma tutta la seconda metà del Novecento, che sia musica o moda, ritorneranno e si riconfermeranno con la stessa fama del passato. Basta solo attendere.  

Federica Tribastone

Classe 1994. Ragusana. Laureata in Mediazione Linguistica e Interculturale e con un master in Global Marketing e Made in Italy, è in procinto di specializzarsi in Scienze Linguistiche per l’intercultura e la formazione. Giornalista pubblicista dal 2020 e Vicepresidente della casa editrice “Operaincerta Editore”, da anni collabora con diverse testate giornalistiche e si impegna a promuovere la cultura nel territorio non solo Ibleo ma anche siciliano.

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