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Il ritorno si colora e diventa immagine

Sara Sigona 14 settembre 2023


Rincontro Rosa dopo tanto tempo. Attendo il suo ritorno al tavolino di un bar nel cuore di Modica, tra le innumerevoli casette arroccate le cui calde luci pulsano inesorabili a ogni tramonto. La vedo attraversare i ponti Pulera, i suoi occhi riflettono il colore di quel cielo e si stagliano oltre il viso contornato da una fluente chioma rossa. È una bellezza d’altri tempi, in cui scorre il sangue potente della creatività. Il risultato di questa sintesi è quella sorprendente capacità di restituire alla contemporaneità istanti di luoghi, in cui simboli, riti, feste, eventi tra passato e presente pulsano ancora di vita nuova. È con il tratto della delicatezza e dell’ironia che le sue mitiche cartoline e le sue mordaci illustrazioni prendono forma, avvolgendo, emozionando e divertendo osservatori curiosi e sensibili, anche oltre i confini nazionali.
Laureatasi in architettura allo IUAV di Venezia e specializzatasi alla Scuola Internazionale di Illustrazione di Sàrmede, oggi Rosa vive tra L’Aia e Modica lavorando come freelance. Ha fondato a L’Aia lo studio illustrosa, progetto in grado di unire architettura, arte, disegno grafico in modo trasversale. Rosa combina in modo versatile sia la tecnica tradizionale che digitale e collabora con diverse aziende sia italiane che olandesi. Ha ideato e pubblicato dei libri illustrati ovvero dei racconti-guida che accompagnano bambini e turisti fra le città barocche della Sicilia sud orientale. Attualmente collabora con la Stamperia d’Arte Amenta Incisioni a Scicli, realizzando stampe ispirate alle architetture e al paesaggio e realizzate con antiche tecniche di stampa come le incisioni calcografiche.
Che cosa significa per te ‘ritornare’?
Ho lasciato la Sicilia giovanissima per andare a vivere a Venezia e il ritorno per anni ha rappresentato un viaggio verso i luoghi originari e verso il passato. Sento ancora il rumore del treno che mi riportava a casa e “volava per boschi di aranci, in bocca ai monti, dinanzi al mare”, così come descritto da Elio Vittorini in “Conversazione in Sicilia”, uno dei tanti libri che accompagnavano quei lunghi viaggi. Con il passare degli anni questo ritorno è stato sempre meno fisico e più legato alla sfera interiore e oggi lo vivo con meno sentimentalismi: mi sono abituata a spostarmi fra l’Olanda e la Sicilia e la “casa”, che ho costruito dentro di me nel corso del tempo, mi segue ed è diventata il luogo dove ritorno ogni volta che ne sento il bisogno.



Una delle costanti che appare nelle tue illustrazioni è infatti la casa, le architetture sospese e legate da un sottile filo di nostalgia. Secondo Massimo Recalcati, la nostalgia non è solo rimpianto di ciò che è già stato, ma qualcosa che si irradia nel nostro futuro. In questo senso di cosa è fatta la tua nostalgia?
Il sentimento della nostalgia viene dall’unione di due parole di origine greca, nostos e algos, che descrivono il dolore e la voglia di ritornare nel luogo che chiamiamo casa. Per me la nostalgia è un sentimento dolce, è un ricordo malinconico che si colora e diventa immagine. Forse è più vicina alla saudade dove la tristezza legata all’assenza si incontra con la gioia legata al ricordo stesso, “il sole nella solitudine”, come canta Gilberto Gil, che illumina la memoria rendendola sempre vitale.

I tuoi disegni sono spaccati di una città che sembra non esistere più. Io trovo che nei tuoi disegni pulsino le tante anime di quella sicilianità che, a dispetto del tempo, riempiono di vitalità i momenti collettivi quotidiani. Ho la sensazione che ogni disegno sia fotogramma di un racconto che ancora si racconta. È possibile una qualche relazione tra il tuo modo di disegnare e il cinema?
Il cinema è senz’altro un riferimento e quello legato alla sicilianità in modo particolare. Mi vengono in mente i film di Pietro Germi, ad esempio, per il quale la Sicilia rappresentava la perfetta sintesi fra tragedia e commedia o “La ragazza con la pistola” di Monicelli dove Monica Vitti si libera faticosamente del suo passato e ricostruisce la sua dignità di donna altrove. In genere comunque molti film ambientati in Sicilia hanno un mood nostalgico ed evocativo, sembra quasi che qui il tempo vada a rallentatore e che abbia uno scorrere non proprio lineare ma arzigogolato.
Nei disegni traspare questo stato d’animo ma lo abbino ad una leggerezza e a un’ironia che fanno parte di me e che creano un certo equilibrio, anche se mi capita di aver a che fare con temi più seri.

E a proposito di temi più seri ricordo che l’anno scorso hai avuto la Menzione d’Onore a un concorso internazionale di vignette che aveva come tema la violenza sulle donne. Molti dei tuoi lavori sono dedicati alle donne e ai bambini: da dove nascono?
I concorsi ai quali partecipo offrono l’occasione di confrontarsi con temi di attualità, che toccano il cuore di tutti e contribuiscono a sensibilizzare. Cerco di raccontare le mie esperienze al femminile attraverso i disegni, dalle paure alla voglia di rinascita e all’amore per noi stesse. Li posto generalmente su Instagram e mi capita di ricevere messaggi del tipo: “Sei riuscita a cogliere proprio quello che avevo in mente!”. Considero riferimenti la fumettista francese Claire Bretécher, l’argentina Maitena che, con pochi tratti, sanno descrivere le contraddizioni di una società con lo sguardo rivolto in particolare alla condizione della donna e al rapporto di coppia.
A proposito dei disegni per bambini, diventa fondamentale il tema del ritorno, in particolare alla mia infanzia. Quando ero bambina, avevo dei libri illustrati, non tanti come se ne vedono oggi, ma molto importanti per me. Non erano libri di favole, piuttosto parlavano di geografia, storia, animali e, attraverso i disegni, imparavo a conoscere il mondo. Quando penso ai bambini, desidero farmi capire da loro, un po’ come quando noi adulti ci rivolgiamo istintivamente ai bambini addolcendo un po’ la voce: ecco così cerco di fare con le illustrazioni! In sostanza ricerco un linguaggio adatto all’interlocutore, su misura come si usa dire oggi.
I libri che ho illustrato, ad esempio, soprattutto quelli legati alla scoperta delle città del Val di Noto hanno avuto un grande successo di pubblico, anche estero, proprio per la loro immediatezza e sono stati adottati anche in qualche scuola primaria. Mi piace immaginare che magari un giorno questi bambini possano essere degli adulti appassionati di arte, di architettura anche grazie a questo seme germogliato dai miei libri.



Quando è germogliato invece il tuo amore per il disegno e oggi di cosa si nutre il tuo estro?
Ricordo questo amore da tempi lontanissimi solo che per anni ho cercato di soffocarlo e relegarlo a momenti di svago. Per me è una cosa naturale, una forma espressiva che si avvicina all’essenza delle cose e, proprio per questo, forse non l’ho mai legata ad una possibile professione. Ho preferito fare l’architetto per qualche anno e ho avuto modo di lavorare ad Amsterdam e in Sicilia ma mi mancava qualcosa. Così timidamente sono “ritornata” indietro e ho ripercorso il filo interrotto tanti anni prima, quello che mi dava una libertà che sentivo di non avere più.

A proposito di fotogrammi, partendo da Modica quali frontiere hanno attraversato le tue cartoline “da disimpegno”?
La cartolina “da disimpegno” mi fa ritornare alla prima mostra nel 2007 al caffè letterario Hemingway di Modica. Mi sembrava un buon compromesso per iniziare e la forma più democratica per far circolare le mie illustrazioni: con poche pretese si prestava a occupare gli spazi meno ‘di rappresentanza’ di una casa, come appunto il disimpegno. Un gioco, se vogliamo, una metafora di uno spazio nascosto e apparentemente insignificante, ma importante proprio in quanto serve a definire il resto degli ambienti, ecco, lì trovi i miei lavori.
Le cartoline che ho realizzato nel tempo hanno viaggiato e sono arrivate in tante case. Chi le sceglie o le riceve in qualche modo ha condiviso questo percorso con me.

Attualmente vivi tra Modica e L’Aia, stai lavorando a nuovi progetti?
Questa condizione, che associo a quella degli uccelli migratori, mi piace e mi regala stimoli e ispirazione. Il fatto di vivere in due realtà molto diverse fra loro dal punto di vista climatico e anche culturale mi fa bene e mi ha reso più flessibile.
Luogo doppio, ritorni doppi e doppie occasioni di lavoro e al momento ce ne sono alcune. In Sicilia è appena uscito il nuovo spot pubblicitario realizzato per Bibite Polara, ideato dal regista Giovanni Caccamo, per il quale ho realizzato i disegni della storia animata contenuta proprio all’interno dello spot. Inoltre continua la collaborazione nata nel 2014 con la Stamperia d’Arte Amenta Incisioni di Scicli con la quale stiamo progettando nuove stampe calcografiche, realizzate a mano con sapienti tecniche antiche e che vedranno la luce il prossimo anno.
Nel contempo in Olanda, oltre a realizzare lavori su commissione, collaboro occasionalmente con un’agenzia di comunicazione e a breve inizieremo la seconda parte di un progetto europeo promosso dal Ministero della Salute Olandese volto a migliorare la comunicazione fra pazienti e operatori sanitari e qui le illustrazioni sono molto importanti proprio per il loro linguaggio immediato e universale. Poi ci sono le etichette di vini, liquori e naturalmente continuerò a disegnare cartoline, che sono state il mio primo amore e una costante nella mia vita, perché è proprio durante i viaggi che ci vengono in mente le cartoline.
E la vita è un viaggio (con ritorno).

 

:::..Rosa Cerruto ::::...
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https://www.instagram.com/illustrosa/

Sara Sigona

Giornalista pubblicista e insegnante, scrivo con la luce e con l’inchiostro sin da bambina. Fonte di ispirazione il viaggio lungo paesi del mondo e paesaggi esistenziali della contemporaneità.

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