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La libertà di essere felici

Antonio Barone 14 settembre 2023


“Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l’uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.” (Milan Kundera)
Durante gli anni universitari, uno dei libri più belli che ho letto è stato il romanzo L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, edito per la prima volta nel 1984. L’11 luglio di quest’anno Milan Kundera è morto nella sua casa di Parigi, dopo una lunga malattia.
Ho voluto riprendere in mano il suo capolavoro letterario e “ritornare” col pensiero alla felicità e alla spensieratezza di quegli anni e di come quel romanzo abbia contribuito in maniera determinante alla mia formazione umana e spirituale.
Più volte lungo le pagine del romanzo l’autore ritorna su un concetto essenziale per lo sviluppo della trama: “la felicità è desiderio di ripetizione”. La mattina però ti svegli e ti accorgi che tutto è, più o meno, come ieri; niente sembra migliore, magari, ma niente sembra peggiore. Ed è abbastanza, pensi!
Sì, Kundera ha ragione. Il tempo non è altro che una successione di istanti; non può ruotare in cerchio. Eppure, quante volte ci è capitato di desiderare di rivivere momenti già passati, lontani, sicuramente irripetibili?
È una fortuna avere dei bei ricordi. Ma il tempo “…avanza veloce in linea retta”, dice Kundera, e ha ragione ancora una volta. Ma non credo che l’uomo non possa essere felice. Se potessi, vorrei chiedere a Kundera: “Ha mai pensato che la felicità non sta nella ripetizione ma proprio nel desiderio di essa?”
Un francobollo è prezioso quando è raro; se lo si può trovare dappertutto, vale ben poco. Un momento, per quanto bellissimo possa essere, perderebbe a poco a poco il suo valore se vissuto centinaia di volte. Fino a valere quasi nulla.
Questa “ripetizione” non è una cosa possibile, ed è meglio così! Noi esseri umani possiamo imparare ad essere felici. Riusciamo, a volte, a capire che la felicità non sta nelle cose materiali, o nelle cose che succedono, ma in loro stessi.
Ma siamo esseri umani, ricordiamocelo! Non siamo perfetti, e non sempre riusciamo a dirci che dobbiamo provare ad essere felici, perché ci capita di sentirci stanchi, delusi delle nostre brutte esperienze, quelle che ci toccano fin nel profondo del nostro essere.
I drammatici eventi che stiamo vivendo ci portano a pensare che “se il mondo ci cade addosso, non è detto che riusciremo a sollevarlo!” Stiamo avendo modo di capire (soprattutto chi come me non ha vissuto la drammatica esperienza della guerra) cosa siano i momenti difficili.
Una mattina ci siamo svegliati e abbiamo sentito che una guerra era scoppiata in un paese vicino alla nostra “vecchia” Europa, ad appena due ore di volo dall’Italia. E ci siamo accorti che molte cose non sarebbero state più (e non sono più) come prima!  Ci hanno detto che una “potenza mondiale” aveva aggredito un paese vicino per “…non ben definite questioni territoriali”; ci hanno ripetuto che il sostegno e gli aiuti da parte di un’altra “potenza mondiale” e dell’Unione Europea avrebbero determinato una soluzione rapida della guerra. Invece è passato più di un anno e mezzo dall’inizio del conflitto ed ancora non si prospetta una soluzione diplomatica che possa porre fine alle attività belliche. Come me, penso tanti altri si saranno chiesti: “Ha senso parlare ancora di felicità? Posso ritornare ad essere felice?”
E allora da quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, dovremmo imparare che la felicità non va inseguita, né cercata; non sta nascosta in posti lontanissimi e sconosciuti. Apri l’armadio, per caso, e ti scappa un sorriso vedendo un “vecchio” abito che non metti più da molti anni; e quel sorriso non viene per aver visto quell’abito ma solo dal ricordo che tu hai di esso e ai momenti belli e felici che hai vissuto con esso addosso.
Credo che, quando ci sembra che la felicità ci sfugga di mano, sia utile fermarsi un attimo. E pensare che, se il tempo è davvero una linea retta, qualche buon punto ci sarà in essa per me, per ciascuno di noi.
Per quanto mi riguarda, oggi, godo di buona salute, ho molti amici, e cosa più importante i miei affetti più cari sono ancora con me. Ma non è questo il punto…Ci sono persone, cose che non perdiamo mai. E quando non si perde qualcuno o qualcosa si dovrebbe già essere felici di ciò.
Teniamoci stretta la nostra felicità. Non importa se essa ci viene dalle cose materiali, come molti purtroppo credono, o da noi stessi. Non importa davvero, perché di fronte alla fugacità del tempo e alla precarietà della vita, tutto diventa relativo. Anche la felicità, credo, ma in ogni caso è l’unica cosa che veramente importa.
E, intanto, le stelle continueranno a cadere!

Antonio Barone

Vive a Licodia Eubea, piccolo centro della provincia catanese, nel comprensorio dei Monti Iblei. Da 35 anni lavora nel mondo della scuola come docente di materie umanistiche nei licei. Scopre la scrittura durante gli anni universitari, come naturale espressione del proprio mondo interiore e della relazione con l’Altro, alternando la scrittura poetica a quella dei racconti. Ha curato, inoltre, la prefazione e la presentazione di numerosi libri e la realizzazione di numerose mostre.

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