Giusto per chiarire: chi scrive è astemio. Non gli scrittori in genere, ci mancherebbe. Quelli, piuttosto, molto di frequente vantano conoscenze alcoliche non indifferenti. Diciamolo meglio: chi scrive questo quasi editoriale è astemio. Con la sola eccezione del brindisi per il compleanno e per l'augurio di un buon Natale e felice anno nuovo. Anche in questi casi, a dirla tutta, ciò che mi resta è solo una lieve acidità di stomaco. Va da sé, dunque, che mi manca del tutto l'accreditamento per parlare di Bacco. Il primo della famosa trilogia che vuole l'uomo, nel senso del maschio, andare in rovina. Il resto è tabacco e, chissà perché poi, Venere.
La trilogia estiva di Operaincerta 2016 è così svelata.
Dichiarata la mia forte antipatia per gli alcolici, cerco di non dimenticare il fascino dei vini, quelli buoni, dei liquori che hanno fatto la storia di molti luoghi e di molti tempi. [...]
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Leggendo l’Alcesti ho pensato, immediatamente, spontaneamente, al commissario Boris Giuliano, perché da poco ho visto lo sceneggiato trasmesso dalla TV, ma anche ai giudici Falcone e Borsellino, a Pio La Torre, al generale Dalla Chiesa, ai giudici Costa, Chinnici, Terranova e a tutti gli altri...
Dioniso per i greci, Fufluns per gli etruschi, Liber per gli italici e per i romani Bacco, il dio del vino (lo è per antonomasia nell'accezione romana), dell'ebbrezza, del piacere, della vitalità sfrenata e della naturalità...
Un paio d’anni fa, io avevo 23 anni allora, eravamo – tu e io, se ricordi, caro Vito – a Monaco per fotografare la Oktoberfest in quello spiazzo di quarantadue ettari, che è il cuore della festa. Fra tendoni e stand, in mezzo a seni bianchi e boccali da mezzo litro...
Ci sono molti modi attraverso cui si può affidare la propria esistenza alla dispersione, al perdersi per scelta, disperazione, vuoto, depressione; molti credono che affidare all'alcool il proprio dolore e vuoto sia...
l vino “mesopotanum di Kamarina” è una scoperta antichissima e recentissima. Lo si produceva quando a Kamarina i padroni erano siracusani che prima ancora era stati di Corfù. A spannometro siamo introno ai settecento anni prima di Cristo. Ma quel vino è stato “indirettamente” riscoperto lo scorso anno...
Essere felici significa congiungersi con l’oggetto del proprio desiderio. Si può essere felici per sempre? Stare per sempre congiunti con l’oggetto del proprio desiderio?
Essere felici sempre equivale a non vivere, a stare fermi nella propria illimitata espansione, nella perfezione eterna...
Da che mondo è mondo c’è sempre stato qualcuno che s’è ubriacato. Anche molti uomini di stato sono stati capaci di ubriacarsi. Ricorderò sempre Eltsin, non foss’altro perché fu un momento particolare per gli equilibri del mondo. Poi arrivò Gorbaciov, cadde il muro e oggi è tutto molto cambiato...
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Carlo Blangiforti
Panza e assenza
Seconda Edizione ampliata, riveduta e corretta
Il libro non è un semplice ricettario, anzi non lo è affatto. Il titolo Panza e assenza allude alla popolare espressione che indica quell’atteggiamento sfacciato di certi convitati che si presentano a casa dell’ospite con nient’altro che il loro appetito. A mani vuote. Panza e presenza, appunto. Ma il libro fa riferimento anche all’assenza, alle cose assenti. Le ricette sono contingenti, una sorta di obolo necessario. Queste evocano la Sicilia e i legami tra l’autore e questa terra: la maggior parte sono piatti che appartengono alla tradizione culinaria iblea, altre a quella siciliana, ci sono ricette che sono new entry, altri sono piatti che non c’entrano nulla con la nostra derelitta isola, ma che hanno attinenza, contiguità e, a vario titolo, affinità con la sicilianitudine...
Le Fate editore, 2016, pp. 276
ISBN 978-88-940976-1-0
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